L’olio d’oliva è già finito a settembre? Previsioni scioccanti – .

L’olio d’oliva è già finito a settembre? Previsioni scioccanti – .
L’olio d’oliva è già finito a settembre? Previsioni scioccanti – .

Lo indicano i dati diffusi dal Ministero spagnolo dell’Agricoltura Le vendite di olio d’oliva, comprese le importazioni, sono state pari a 102mila tonnellate in aprile.

Nonostante le previsioni di calo dei consumi, a causa del rialzo dei prezzi, i volumi commercializzati si mantengono sostanzialmente sugli stessi livelli del 2023.

Anche aprile, mese in cui di solito si registra un calo delle vendite, ha visto scambi sostenuti, con la conseguenza che le scorte totali hanno raggiunto il picco storico negativo, sotto le 600mila tonnellate (576mila secondo i dati ufficiali).

In particolare sono i scorte nelle mani della produzione preoccuparsi, importi meno di 400 mila tonnellate (397mila secondo i dati ufficiali).

È da questa quantità che la Spagna dovrà attingere petrolio a sufficienza per rifornire non solo i propri sbocchi commerciali, ma ben presto anche quelli di Italia e Grecia, anch’esse a corto di scorte.

Nelle ultime settimane, quindi, ha preso il volo una nuova corsa all’accaparramento di petrolio in Spagna, con le scorte di imbottigliatori e industriali che salgono a 176mila tonnellate.

Scenari e previsioni sull’olio d’oliva in Spagna

IL scenario più pessimistico prevede che le vendite rimangano nell’ordine di grandezza di 100mila tonnellate al mese da maggio a settembre compreso.

In questo caso il azioni in Spagna alla fine di settembre verrebbero praticamente eliminati, a 70-80mila tonnellate di oli d’oliva.

IL scenario più ottimistico vede le vendite stabilizzarsi nel mese di maggio per poi scendere fino a 70-80mila ton nei mesi di giugno, luglio e agosto, per poi tornare intorno alle 100mila ton a settembre.

In questo caso lo è lo stock di settembre potrebbe essere di 160mila tonnellate.

Entrambi gli scenari sono piuttosto preoccupanti in quanto, se nel secondo caso, teoricamente, le scorte sarebbero sufficienti a coprire il fabbisogno di collegamento tra le due campagne olearie, in realtà la qualità del prodotto rimanente sarebbe talmente bassa da non garantire la vendita di olio extra vergine di oliva in particolare di oliva.

Ciò spiega l’aumento dei prezzi delle ultime settimane, un meccanismo volto a rialzare ancora una volta i prezzi a scaffale e a contenere i volumi commercializzati. Difficile immaginare, in questo nuovo contesto, una riduzione dei prezzi almeno fino all’estate.

 
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