L’inviato Onu sulla violenza sessuale non partecipa al briefing del Consiglio di Sicurezza dedicato agli ostaggi di Hamas – Israel.net – .

L’inviato Onu sulla violenza sessuale non partecipa al briefing del Consiglio di Sicurezza dedicato agli ostaggi di Hamas – Israel.net – .
L’inviato Onu sulla violenza sessuale non partecipa al briefing del Consiglio di Sicurezza dedicato agli ostaggi di Hamas – Israel.net – .

Secondo fonti diplomatiche, Pramila Patten si è ritirata dopo aver subito forti pressioni affinché non desse risalto ai crimini sessuali subiti dai rapiti israeliani

Pramila Patten. Rappresentante speciale delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale nei conflitti

Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, si è ritirata da una sessione prevista per giovedì al Consiglio di Sicurezza in cui avrebbe dovuto parlare degli ostaggi deportati a Gaza da Hamas il 7 ottobre. Lo ha detto martedì un diplomatico dell’ONU citato da Tempi di Israele.

La settimana scorsa sono stati inviati ai membri del Consiglio di Sicurezza gli inviti all’evento, organizzato dalla rappresentanza americana presso le Nazioni Unite. Secondo Tempi di Israeleche ha potuto vederli, la sessione è intitolata “Condanna della presa di ostaggi avvenuta in Israele il 7 ottobre come strumento psicologico del terrorismo”.

Patten, il rappresentante speciale delle Nazioni Unite la cui competenza più si avvicina all’argomento trattato, appare nell’invito come il primo dei tre relatori, insieme a un rappresentante della società civile e ad un ostaggio israeliano liberato o ad un parente di un ostaggio.

Ma nella versione aggiornata dell’invito – tecnicamente “concept note” – inviato lunedì ai membri del Consiglio di Sicurezza (visto anche da Tempi di Israele), il nome di Patten non compare più tra gli oratori.

Un diplomatico dell’ONU ha dichiarato, in condizione di anonimato, che il ritiro di Patten non è dovuto a questioni all’ordine del giorno. Il diplomatico ha chiarito che la decisione è dovuta a ragioni politiche, in quanto l’ufficio di Patten è sottoposto a forti pressioni affinché non dia preminenza alla condizione degli ostaggi israeliani rispetto a quella della popolazione palestinese intrappolata nella guerra contro Hamas a Gaza.

Martedì pomeriggio l’ufficio di Patten ha rilasciato una dichiarazione in cui confermava che il rappresentante speciale non avrebbe partecipato alla sessione di giovedì del Consiglio di Sicurezza, senza fornire alcuna motivazione.

Un murale a Tel Aviv, ispirato a un celebre dipinto di Magritte, chiede l’immediata restituzione degli ostaggi deportati a Gaza dai terroristi palestinesi

La nota sottolinea che Patten ha “ripetutamente chiesto il rilascio di tutti gli ostaggi” e sottolinea il rapporto pubblicato da Patten a marzo che ha rilevato che esistono “informazioni chiare e convincenti” che indicano che gli ostaggi tenuti prigionieri a Gaza sono soggetti a “violenza sessuale, inclusa stupro, tortura sessuale, trattamenti crudeli, inumani e degradanti”.

L’ufficio di Patten ricorda che il rapporto è stato presentato al Consiglio di Sicurezza in una sessione speciale il mese scorso e che nel frattempo Patten ha continuato a dialogare con le famiglie degli ostaggi. “Il rappresentante speciale – si legge nella nota – non ha mai vacillato sulla sua posizione e sul suo impegno ad agire sempre tenendo presente il miglior interesse degli ostaggi e delle loro famiglie e a non agire mai su questa questione sulla base di questioni politiche. Anche se purtroppo non puoi partecipare all’incontro [di giovedì]il rappresentante speciale sostiene qualsiasi iniziativa che porti alla liberazione degli ostaggi”.

Secondo il diplomatico delle Nazioni Unite citato da Tempi di IsraeleGli organizzatori stanno lavorando per garantire che un altro alto funzionario delle Nazioni Unite parli ai membri del Consiglio di Sicurezza al posto di Patten.

La violenza sessuale nella presa di ostaggi da parte di Hamas è stata discussa dal Consiglio di Sicurezza il mese scorso, ma la missione americana ha organizzato la sessione di giovedì per aumentare la consapevolezza sulla questione. L’ambasciatrice statunitense all’ONU, Linda Thomas-Greenfield, ha più volte criticato la comunità internazionale per non aver prestato sufficiente attenzione alle terribili condizioni dei restanti 132 ostaggi nelle mani dei terroristi e ai crimini perpetrati da Hamas. L’incontro, si legge nell’invito, “sarà incentrato sulla richiesta che Hamas e gli altri gruppi armati rilascino immediatamente e incondizionatamente tutti gli ostaggi detenuti a Gaza” (il che, tra l’altro, porrebbe fine ai combattimenti in corso).

L’incontro “avrà lo scopo di evidenziare l’impatto psicologico e sanitario a lungo termine della presa di ostaggi non solo sulle persone sequestrate, ma anche su coloro che rimangono, e cercherà quindi di identificare le misure che il Consiglio di Sicurezza può adottare per contrastare e scoraggiare la presa di ostaggi”. degli ostaggi e l’uso dell’abuso fisico ed emotivo e dell’angoscia mentale come tattiche terroristiche. I partecipanti discuteranno come promuovere l’accesso immediato, per gli attori umanitari o gli intermediari neutrali, in modo che possano assistere le persone detenute da attori non statali, compresi i gruppi terroristici, e come sostenere gli sforzi per informare le famiglie sulle condizioni di salute e sul luogo in cui si trovano i loro familiari. .”

L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha accolto con favore l’iniziativa della sessione di giovedì, confermando che Gerusalemme sta lavorando dietro le quinte per tenere quella che sarà la prima sessione del Consiglio di Sicurezza incentrata esclusivamente sugli ostaggi rapiti e deportati da Hamas (l’incontro del mese scorso prevedeva anche preoccupati per i palestinesi arrestati da Israele per terrorismo).

“Il Consiglio sarà finalmente costretto a guardare negli occhi il rapito Shoshan Haran e la madre dell’ostaggio deceduto Jonathan Samerano – ha detto Erdan in un comunicato – e dovrà rendersi conto che Israele non si fermerà finché gli ostaggi non saranno rilasciati , e che il destinatario giusto su cui fare pressione è la mostruosa organizzazione terroristica Hamas”.

La sessione, presieduta dalla rappresentanza degli Stati Uniti, è stata co-sponsorizzata dalle missioni ONU di Albania, Austria, Belgio, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Israele, Italia, Malta, Paesi Bassi, Nuova Zelanda Zelanda, Romania, Spagna e Regno Unito.

(Da: Times of Israel, 14/5/24)

15 maggio 2024
Attualità

 
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