Il libro di Veltroni e la prefazione di Thiago Motta – .

Il libro di Veltroni e la prefazione di Thiago Motta – .
Il libro di Veltroni e la prefazione di Thiago Motta – .

DiThiago Motta

«Mio padre mi parlava sempre di Pelé, giocavo con le stesse scarpette di Rivaldo, di quanto siano emozionanti i video di Maradona. Non è vero che agli allenatori non piace la creatività”

Esce oggi a Solferino il libro di Walter Veltroni «Numeri 10. Incontri con i grandi del calcio» (160 pagine, 16 euro). Da Michel Platini a Francesco Totti, da Roberto Baggio e Fabio Capello a Gianfranco Zola: ci parla Walter Veltroni
ai margini della memoria con i campioni che hanno fatto la storia di questo sport. Pubblichiamo la prefazione di Thiago Motta.

Durante la mia infanzia, i racconti di mio padre sul calcio si concentravano su due argomenti: i fatti legati alla sua squadra del cuore, il Palmeira, e le giocate, le partite e tutto ciò che riguardava un singolo giocatore, appunto Edson Arantes do Nascimento… Pelé.
E poi abbiamo dibattuto, o meglio: con calore e affetto personale ha dibattuto, su quanto considerasse i mostri sacri al livello di Pelé come Rivelino, Rivera, Cruijff, Zico; Giocatori che hanno segnato epoche calcistiche e che hanno fatto sognare ed emozionare milioni di tifosi, ma che secondo mio papà non erano paragonabili alla grandezza di Pelé.

Poi conservo il ricordo delle prime emozioni di quando, attraverso i video delle loro partite, Ho scoperto giocatori come Maradona (rispettato e in un certo senso amato anche dai brasiliani), o anche Platini, Baggio. Infine ci sono le mie esperienze personali. Ho avuto il privilegio di affrontare in campo campioni come Zidane, Totti o Del Piero, ma anche condividere lo spogliatoio con giocatori e mostri della tecnica come Rivaldo, Ronaldinho e infine Lionel Messi. Da giovane calciatore, la mia ammirazione per Rivaldo mi spingeva addirittura ad avere la sua stessa marca di scarpe da calcio, nella speranza inconscia e ovviamente impossibile di fare giocate simili alle sue.

Allenamenti e partite della squadra Ronaldinho sono rimasti impressi non solo nella mia mente, ma hanno lasciato un segno altrettanto indelebile nelle mie emozioni.

I numeri 10 ci fanno sognare

Con questo voglio dire che questi grandi giocatori, i famosi numeri 10, hanno sempre avuto la capacità e il dono di farci sognare, trasmettendoci ogni volta emozioni che si generano non solo attraverso le loro invenzioni in campo, ma anche attraverso il loro ruolo nella squadra: che non è solo segnare gol, o facilitarlo ai grandi attaccanti, ma soprattutto coinvolgerci emotivamente e sentimentalmente attraverso il loro slancio creativo.

È ormai un’idea comune considerare che il calcio di oggi, a causa dell’evoluzione imposta dalla tecnologia e della necessità di ritmi di gioco sempre più elevati, è nemico della creatività e in particolare quella del numero 10: non sono d’accordo.

Ogni allenatore, infatti, aspira idealmente a costruire una squadra che riprodurre collettivamente le stesse emozioni, gli stessi sogni, le stesse passioni che un numero 10 riesce a trasmettere, toccando il cuore dei tifosi. Per questo un numero 10 con quel talento ritroverebbe spazio nel calcio di oggi. Sono altrettanto convinto che altri giocatori si affermeranno nel panorama calcistico, continuando a tramandare la tradizione del numero 10, cambiando il corso di una partita con una giocata, esaltando l’affetto di milioni di tifosi, con un tocco tecnico ed elegante , un’invenzione che ricorderà a tutti noi le gesta dei loro grandi predecessori, raccontate in questo libro.

Aspettando, Lo conservo gelosamente dentro di me e con l’affetto di un vero tifoso di calcio, i ricordi tramandati da mio padre su Pelé, le immagini sgranate dei video di Maradona, le emozioni provate nel vedere prima Rivaldo all’opera e poi Ronaldinho e Messi: tutti i miei 10 preferiti.

10 giugno 2024 (modificato il 10 giugno 2024 | 23:25)

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