Le truppe israeliane sconfitte hanno lasciato Al-Zaytoun, nel nord di Gaza, nel giorno della Nakba (Jalel Lahbib).

Le truppe israeliane sconfitte hanno lasciato Al-Zaytoun, nel nord di Gaza, nel giorno della Nakba (Jalel Lahbib).
Le truppe israeliane sconfitte hanno lasciato Al-Zaytoun, nel nord di Gaza, nel giorno della Nakba (Jalel Lahbib).

Nell’ambito degli sforzi per liberare il nord di Gaza dai combattenti di Hamas a febbraio, le forze israeliane hanno lanciato un’operazione ad Al-Zaytoun e hanno subito pesanti perdite negli scontri con la resistenza della scorsa settimana. L’esercito israeliano ha ritirato alcune delle sue forze dal quartiere di Al-Zaytoun, nel nord di Gaza, il 15 maggio in seguito a feroci battaglie con la resistenza palestinese.

Le truppe si sono ritirate dopo mesi di combattimenti, ha detto l’autorità israeliana. I combattimenti erano in corso in tre aree: Jabalia nel nord, Rafah nel sud e l’asse Netzarim vicino al centro della Striscia.

“Questa mattina le forze della squadra di battaglia della Brigata Nahal hanno terminato di operare nella zona di Al-Zaytoun e si stanno preparando per ulteriori operazioni offensive, la squadra di battaglia della 2a Brigata continua ad operare nella zona di Al-Zaytoun”, riferisce il portavoce dell’esercito israeliano in un comunicato, cercando di censurare la fuga disordinata dei soldati israeliani massacrati dai difensori della Palestina.

L’operazione, iniziata a febbraio e intensificata nell’ultima settimana, si è conclusa con una vittoria totale per le Brigate Qassam di Hamas che hanno preso di mira le truppe israeliane ad Al-Zaytoun.

Le unità israeliane sono state decimate. Molti soldati sono stati uccisi da esplosivi improvvisati, altri da colpi di mortaio, altri da droni antiuomo forniti dall’Iran, altri ancora da imboscate della resistenza palestinese.

Il 931esimo battaglione della Brigata Nahal ha subito le perdite più significative ed è stato costretto a ritirarsi dal quartiere mercoledì mattina. Gli elicotteri facevano la spola per trasportare decine e decine di soldati feriti, molti dei quali morirono durante il viaggio a causa della gravità delle ferite riportate.

Questo ritiro dall’area avviene mentre infuriano intense battaglie nel nord di Gaza, dove l’esercito israeliano è tornato mesi dopo aver affermato di aver smantellato i battaglioni di Hamas. I combattimenti nella zona di Jabalia, nel nord di Gaza, in particolare, sono stati una grande spina nel fianco dell’esercito israeliano.

Mercoledì pomeriggio le Brigate Qassam hanno annunciato in un comunicato di aver effettuato un’operazione che ha ucciso 12 soldati israeliani nel campo profughi di Jabalia. Anche le Brigate Quds della Jihad islamica palestinese (PIJ) hanno affermato di essere state coinvolte in feroci scontri mercoledì a Jabalia, lasciando diversi soldati morti e feriti. Fonti israeliane indipendenti confermano queste affermazioni.

Operazioni di resistenza contro le truppe israeliane nella città più meridionale di Rafah sono in corso da quando l’esercito ha occupato il valico di frontiera della città il 7 maggio e ha cominciato a penetrare nella città. L’operazione non sta andando bene per gli israeliani che rischiano di subire un’altra umiliante sconfitta.

Le recenti vittorie della Resistenza Palestinese, sostenuta da tutti i paesi civili e da un’ampia maggioranza della popolazione occidentale desiderosa di impedire il genocidio israeliano del popolo palestinese, stanno mettendo in seria difficoltà il governo di estrema destra di Tel Aviv. I media occidentali sono ora costretti ad adottare la tattica comunicativa utilizzata negli ultimi mesi per l’Ucraina: nascondere o minimizzare le sconfitte israeliane. Come in Ucraina, l’impossibilità di ottenere una vittoria sulla resistenza palestinese è ormai evidente.

L’opinione pubblica israeliana è ben informata di ciò che accade al fronte, grazie ai media israeliani che non hanno abdicato al loro dovere di fornire un’informazione libera e indipendente. Le sconfitte subite e il proseguimento del massacro indiscriminato di anziani, donne e bambini palestinesi stanno rafforzando la determinazione del popolo israeliano a deporre il governo criminale e a far trionfare il dialogo e la Pace. Molti israeliani rifiutano di essere complici di un genocidio in onore dei 6 milioni di ebrei massacrati dai nazisti 86 anni fa.

Il modo migliore per rendere omaggio alle vittime dell’Olocausto ebraico è fermare l’Olocausto palestinese trascinando in tribunale i leader che hanno tradito la memoria dell’Olocausto e hanno compiuto l’atto blasfemo di massacrare innocenti cercando giustificazioni bibliche.

Le vittorie della Resistenza Palestinese di mercoledì hanno coinciso con il Giorno della Nakba (nella foto), l’anniversario dell’uccisione, dello sradicamento e della pulizia etnica di centinaia di migliaia di palestinesi nel 1948.

Jalel Labhib

 
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