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Rame come il cacao: al centro di una speculazione così intensa da far temere che anche questo mercato vada fuori controllo, con conseguenze che rischiano però di essere ben più gravi, vista l’importanza del metallo rosso per l’industria e l’economia sui mercati globali , compreso il potenziale impatto sull’inflazione.
Un conto è che aumenti estremi dei prezzi e volatilità colpiscano la materia prima del cioccolato, ma altri pericoli si profilano all’orizzonte se un materiale indispensabile, utilizzato in numerosi settori chiave, finisce nell’occhio del ciclone: dall’edilizia all’automotive, passando per per le reti elettriche e qualsiasi tecnologia necessaria per la decarbonizzazione, comprese le batterie e tutti i sistemi di energia rinnovabile.
Il paragone con il cacao, fatto da Goldman Sachs, è forse volutamente provocatorio. Ma il mercato del rame è davvero caratterizzato da dinamiche insolite. I prezzi al Comex di New York sono aumentati di oltre il 30% in sei mesi, con una forte accelerazione questa settimana, che li ha spinti ai massimi storici (5,1775 dollari per libbra raggiunti mercoledì 15, pari a 11,414 $/tonnellata).
Tra i principali asset finanziari, nessuno ha avuto performance altrettanto clamorose nello stesso periodo: nemmeno l’oro, che si è apprezzato di circa il 20%, e nemmeno i mercati azionari, che continuano anch’essi a stabilire record.
Anche sul London Metal Exchange, che resta il mercato di riferimento del rame, si sono registrati rialzi eccezionali e il record storico – seppure non ancora aggiornato – è ormai a un soffio: venerdì 17 il metallo è salito a 10.555 dollari per tonnellata, nuovo massimo da due anni, sempre più vicino al picco di 10.845 dollari toccato a marzo 2022.
