“Nessun delirio, epiteto o arroganza, ma solo lo sfogo di un contadino” – .

“Nessun delirio, epiteto o arroganza, ma solo lo sfogo di un contadino” – .
“Nessun delirio, epiteto o arroganza, ma solo lo sfogo di un contadino” – .

“Nego categoricamente di aver utilizzato toni o modalità di comunicazione idonei ad intimidire l’onorevole Ismaele La Vardera in occasione del breve incontro avvenuto a Ribera il 10 maggio scorso, a margine di un’iniziativa elettorale. Piuttosto, invitato ad avvicinarmi all’Onorevole Parlamentare da alcuni conoscenti, ho colto l’occasione per sottolineare – immaginando comunque che ne fosse a conoscenza – la drammatica vicenda della crisi idrica che attanaglia il settore agricolo e, più in generale, , le comunità locali a causa del mancato riempimento della diga di Castello, nonché quella relativa alla centrale idroelettrica sul fiume Verdura e il conseguente mancato approvvigionamento idrico per uso irriguo civile. In risposta alle legittime richieste, l’Onorevole La Vardera mi ha dapprima chiesto perché non mi fossi rivolto all’Onorevole Pace, definito ‘cuffariano’ e, successivamente, pur dichiarandosi disponibile a fornire tutta la documentazione pubblica disponibile, mi ha invitato a rivolgermi personalmente alla Procura competente ufficio”. Lo scrivono, rispondendo alle dichiarazioni del candidato al Parlamento europeo, nonché deputato di “Sud chiama Nord” all’Ars e vicepresidente della commissione regionale antimafia, Ismaele La Vardera, degli avvocati Antonio Papalia e Luca Cianferoni a nome del diretto agricoltore chiamato in causa sui social da La Vardera.

“Quando c’era la mafia le cose andavano meglio”: lo dice il figlio di un boss in faccia al deputato Ismaele La Vardera

«A quel punto ho affermato che trovavo surreale che solo il figlio di un ‘uomo d’onore’, più volte condannato con sentenza definitiva, dovesse assumersi il compito di denunciare una situazione nota a tutti, anche – in con tutta probabilità – i membri della commissione di cui l’onorevole parlamentare è vicepresidente. Pur sempre nell’ambito di una discussione pacata e serena, ho affermato come fosse più corretto rivolgersi ai politici come ‘detentori del potere’, mentre qualche decennio fa i contadini sarebbero stati costretti a rivolgersi agli ‘uomini d’onore’” , continua la risposta dell’agricoltore diretto.

«In quell’occasione percepii l’affermazione evidentemente rudimentale del compagno dell’onorevole La Vardera ‘oggi la mafia è politica’. L’incontro, del quale mi sono riferito anche al commissariato di Sciacca, dove mi sono recato per sporgere denuncia, si è concluso cordialmente e con l’accordo che l’onorevole parlamentare trovasse copia di alcuni documenti relativi alla questione della diga di Castello. Insomma, nessun delirio, nessun epiteto, nessuna arroganza, ma solo lo sfogo di un contadino siciliano. ancora oggi disponibile a raccontare alle autorità e a tutti i giornali la sua versione dei fatti e, soprattutto, ad accendere i riflettori sulla crisi idrica che coinvolge le comunità di Ribera e dell’intera zona e sui dubbi sui tempi e sulle modalità di attivazione del Collegamento diga di Gammauta-diga di Castello. Vorrei infine sottolineare che mio padre non è mai stato condannato all’ergastolo (o peggio a tre ergastoli come scritto su alcuni giornali) e che ha scontato complessivamente 16 anni di reclusione”.

 
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