«Sua figlia è seria», ma era una truffa. Raffica di telefonate ieri in città e provincia per estorcere denaro – .

«Sua figlia è seria», ma era una truffa. Raffica di telefonate ieri in città e provincia per estorcere denaro – .
«Sua figlia è seria», ma era una truffa. Raffica di telefonate ieri in città e provincia per estorcere denaro – .

PORDENONE – “Signora, sono il maresciallo russo dei Carabinieri. Devo darti una brutta notizia: sua figlia ha avuto un terribile incidente d’auto. È ricoverata in ospedale.” Cambiando nome alla persona che ha ricevuto la telefonata, ieri i truffatori hanno perlustrato in lungo e in largo la città e la provincia, cercando di colpirne quanti più possibile. Molti non ci sono caduti, ma non è da escludere che qualche persona meno attenta e meno preparata possa essere caduta in quella truffa che ormai circola in tutti i Paesi.

SGAMATI

La storia di una delle potenziali vittime dà una buona idea di come lavorano queste persone. In questo caso specifico, infatti, chiunque abbia ricevuto la chiamata sapeva benissimo che non poteva trattarsi della polizia chiamarla per la figlia che vive all’estero da tanti anni, quindi ha giocato un po’. “Dimmi, sai come sta mia figlia?” «È ricoverata in ospedale – è stata la risposta del truffatore dall’altra parte del telefono, è qui a Pordenone». A quel punto l’uomo al telefono era stato beccato e quindi la domanda successiva lo fece arrabbiare. «Ma scusa, sai almeno come si chiama mia figlia?». Dopo un attimo di silenzio, il finto maresciallo Russo ha alzato la voce: “Signora, non scherzi, sua figlia ha avuto un terribile incidente”, ma evidentemente, avendo capito che le cose non stavano andando come lei pensava che dovessero andare . buttò giù il telefono.

NUMERO FISSO

Diversi appelli che sono stati lanciati ieri a Pordenone e provincia, hanno raggiunto sia il telefono di casa che quello fisso. In quasi tutti i casi il destinatario veniva chiamato per nome, segno che chi era dall’altra parte del telefono sapeva come si chiamava, e anche che aveva una figlia. Oltre ai numeri fissi e mobili. Dettagli inquietanti che hanno mandato in crisi anche alcune persone che dopo aver consultato sua figlia per assicurarsi che stesse bene, si sono concentrati sulla chiamata con i dettagli noti all’anonimo. C’è anche da dire che ormai molte persone sui social mettono il proprio nome, cognome e anche la composizione familiare, oltre al proprio numero, in particolare sulla bacheca di Facebook. Non è così complicato, quindi, conoscere il nome di qualcuno e anche il suo numero.

TANTE CHIAMATE

La polizia ha inoltre confermato che ieri utenti residenti in città e provincia hanno ricevuto diverse chiamate con tentativi di truffa. In un altro caso, segnalato anche dall’interessato alla redazione del Gazzettino, è stato chiamato al cellulare il padre di un’altra ragazza. Stessa frase, stessa formula, anche il nome del maresciallo dei Carabinieri era lo stesso. In questo caso il padre sapeva benissimo che la figlia stava bene e non aveva avuto alcun incidente, ma stava “stando al gioco”. La richiesta del truffatore era di presentarsi davanti all’ospedale civile dove si sarebbe recato e avrebbe spiegato dettagliatamente la situazione. In realtà, però, invece di presentarsi davanti all’ospedale ha preferito chiamare subito la polizia per informarli di quanto stava accadendo. Il militare del centralino, una volta saputo che voleva denunciare un tentativo di truffa, gli ha detto: “Scommetto che ti hanno avvisato che tua figlia ha avuto un terribile incidente ed è stata ricoverata in ospedale”. “Esattamente, ma come fai a saperlo?” “Da stamattina”, ha risposto il poliziotto, “la tua chiamata è almeno la decima che abbiamo ricevuto per la stessa cosa”. Un chiaro segnale, quindi, che c’è stato un diffuso tentativo da parte dei truffatori di far cadere qualcuno in rete.

IL MODO

La truffa del figlio o della figlia gravemente feriti in un incidente è stata messa in atto in molti comuni. Il metodo sempre più frequente è quello di inscenare incidenti che coinvolgono familiari che chiedono denaro, fornendo i nomi esatti dei parenti. Ma non è l’unico messo in atto. Un altro metodo utilizzato dai truffatori è quello di fingere di essere un operatore bancario e farsi intestare un bonifico istantaneo con il pretesto di bloccare un’operazione fraudolenta o di dirottare il denaro. Non fornire mai i numeri di conto, riagganciare il telefono e chiamare immediatamente la polizia.

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Il Gazzettino

 
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