A Surbo non si gioca con il fuoco. Terreni mal curati, multe decuplicate – .

A Surbo non si gioca con il fuoco. Terreni mal curati, multe decuplicate – .
A Surbo non si gioca con il fuoco. Terreni mal curati, multe decuplicate – .

SURBO – A Surbo non si gioca con il fuoco, verrebbe da dire. Sì, perché per mettere un freno al fenomeno degli incendi estivi, agevolato dallo stato di abbandono in cui si trovano tanti, troppi terreni privati, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ronny Trio ha deciso di aumentare, e non di poco, le sanzioni previste a carico di tutti coloro che risultano inadempienti all’obbligo di ripulire stoppie, erbacce, sterpaglie, rovi e materiale secco di qualsiasi natura ed altri rifiuti infiammabili.

È di ieri, giovedì 23 maggio, la deliberazione di giunta che aumenta da 25 a 250 euro l’importo ridotto della sanzione, che potrà essere ridotto a 100 nel caso in cui, entro sette giorni dalla denuncia, il proprietario metta in sicurezza il locale.

Come è chiaro a tutti, il fenomeno non riguarda Surbo in particolare, ma praticamente tutti i centri che compongono la provincia di Lecce. Così, in un momento in cui la Prefettura cerca da un lato di dare maggiore impulso alla lotta agli incendi, come emerso nella riunione tecnica dello scorso metà aprile, ma la Funzione pubblica della CGIL ha sollevato proprio ieri, dall’altro , riguardo alla grave carenza di personale dei vigili del fuoco, sarebbe opportuno che ogni singolo Comune contribuisse in qualche modo con le proprie iniziative. A cominciare dai controlli più serrati.

A Surbo hanno pensato quindi di utilizzare la leva di una multa decisamente più alta, che potrebbe “incentivare” i cittadini a essere più collaborativi. Del resto, si sa, gli italiani hanno paura soprattutto quando si toccano le tasche. E il problema è reale, perché, come ricordano gli amministratori comunali di Surbino, «si sono verificati numerosi casi che hanno messo a rischio la sicurezza e addirittura danneggiato auto e cose, facendo temere il peggio». E poi: «È giunto il momento di dire basta, i proprietari dei terreni devono capire che non possono ignorarlo, nel rispetto di tutti e della sicurezza dell’intera città».

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