«va migliorata la sicurezza idraulica dell’area». Parla Paola Silvagni, direttrice. tecnico del Consorzio di Bonifica Romagna Occidentale – .

«va migliorata la sicurezza idraulica dell’area». Parla Paola Silvagni, direttrice. tecnico del Consorzio di Bonifica Romagna Occidentale – .
«va migliorata la sicurezza idraulica dell’area». Parla Paola Silvagni, direttrice. tecnico del Consorzio di Bonifica Romagna Occidentale – .

Durante le alluvioni del 2023 anche il carico di lavoro del personale e dei mezzi del Consorzio di Bonifica Romagna Occidentale è stato enorme. La rete fognaria è stata invasa da fango e detriti che hanno distrutto parte delle strutture e dei sistemi di irrigazione. Abbiamo fatto il punto con il direttore tecnico del Consorzio, ing. Paola Silvagni. «L’acqua ha invaso la rete di bonifica con volumi decisamente più importanti di quelli che la struttura è in grado di smaltire: se consideriamo che già 100mm ci allarmano, per dare un’idea dell’evento, è come se 900mm sono stati versati. Facendosi carico di volumi d’acqua provenienti dai fiumi e quindi fuori portata, la rete ha subito danni quali cedimenti spondali ed erosioni su cui siamo intervenuti subito dopo gli eventi calamitosi per dare continuità alla rete di bonifica, l’unica in grado di smaltire le acque verso il recettore finale che è il mare. La rete idrografica naturale di fiumi e torrenti, gestita dalla Regione, non potrebbe, infatti, garantire lo smaltimento delle acque verso il mare. Il Consorzio si è esposto, nella fase di massima urgenza, per 5 milioni di euro che sono poi stati restituiti grazie ai 90 milioni arrivati ​​dalla struttura commissariale per sanare i danni quali frane, crepe e crolli delle sponde stressate per giorni, erosione e rotture bancarie. Oggi siamo a buon punto con i lavori: gli impianti che erano stati riavviati temporaneamente ora sono stati riportati a pieno regime e siamo al 40% dei lavori sulla rete di bonifica”. Ai lavori da realizzare con la massima urgenza si aggiungono quelli per recuperare la funzionalità del sistema di canali artificiali e delle strutture irrigue. «È chiaro che un terrapieno rotto va riparato subito, ma una criticità su un intero canale richiede una pianificazione precisa per poter intervenire adeguatamente. Oggi che abbiamo un’ampia visione d’insieme, data anche da un’importante campagna di rilievi effettuata con moderne tecnologie, stiamo programmando i prossimi interventi e decidendo su quali parti intervenire in un territorio fragile come il nostro dove l’alluvione ha evidenziato anche problematiche già note ”. Il Consorzio sta collaborando con la Regione per ripristinare le condizioni di sicurezza dei canali che si sviluppano nelle zone collinari e montane che meritano particolare attenzione ed è stato individuato come ente destinatario dei fondi della struttura commissariale per migliorare la sicurezza idraulica del territorio con opere di bonifica ad hoc. «Il documento base dei piani straordinari dovrà uscire a fine giugno e da lì dovrà partire l’elenco delle opere da realizzare. Come distretto di pianura abbiamo segnalato la necessità di realizzare 3 laminatoi, opere non ammissibili come Pnrr in quanto hanno tempi di realizzazione più lunghi rispetto alle scadenze imposte dai bandi di Piano. Come Pnrr, però, anche noi siamo stati finanziati, con 3 bandi, lavori per 60 milioni per opere di irrigazione e bonifica a Bagnacavallo e altri lavori a Massalombarda, Imola e Conselice per 15+15 milioni, lavori già aggiudicati e per i quali stanno iniziando i lavori cantieri per l’esecuzione”. (mc)

 
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