Niente Dante a scuola, scoppia il caso degli studenti islamici esentati dallo studio della Divina Commedia – .

Niente Dante a scuola, scoppia il caso degli studenti islamici esentati dallo studio della Divina Commedia – .
Niente Dante a scuola, scoppia il caso degli studenti islamici esentati dallo studio della Divina Commedia – .

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L’inferno, come nella Divina Commedia. È un caso che infiamma anche la politica quello dei due studenti musulmani di terza media di Treviso che sono stati esentati dallo studio della Divina Commedia di Dante, cosa che potrebbe risultare offensiva per chi abbraccia l’Islam. Per la decisione, presa dal docente all’insaputa della direzione scolastica, è scoppiata una polemica (unilaterale): tutti erano contrari allo zelo eccessivo del docente.

Iniziativa di un insegnante

Perché la dispensa dall’Inferno, dal Purgatorio e dal Paradiso non è arrivata dopo una protesta; fu proprio il professore a scrivere ai genitori dei due ragazzi, chiedendo se ci fossero problemi nell’affrontare l’opera religiosa del grande Alighieri con i loro figli. Le famiglie hanno risposto che dovrebbe essere evitato. La storia resta ancora un po’ torbida. L’insegnante avrebbe provato a insistere, cedendo poi di fronte al rifiuto delle famiglie. Ha inviato la stessa lettera ai genitori di altri studenti che non studiano religione a scuola. Il ragionamento deve essere stato questo: un testo intriso di religione cattolica potrebbe urtare la sensibilità di chi non crede, o abbraccia altre fedi. Per i due ragazzi è stato organizzato un programma alternativo su Boccaccio.

Valditara ha inviato degli ispettori

Appena appresa la notizia, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valdidata ha deciso di inviare degli ispettori presso l’istituto di Treviso, il “Felissent”, “per verificare i fatti”. “L’esclusione dai programmi scolastici di uno dei pilastri della nostra letteratura, per ragioni religiose o culturali, che non abbiamo ancora compreso appieno, è del tutto inaccettabile”.

Le reazioni

Seguì una cascata di commenti, da parte della maggioranza e dell’opposizione, increduli che Dante potesse turbare qualcuno. «È assurdo cancellare Dante. Ma dietro a tutto ciò si nasconde un problema ancora più grande: il fondamentalismo” ha dichiarato il presidente veneto Luca Zaia, mentre il sindaco di Treviso (e collega di partito) Mario Conte ha giudicato “incomprensibile” la scelta. Ancora più diretto il leader della Lega, Matteo Salvini – «è insensato non studiare Dante perché offende qualcuno» – e la ministra del Turismo Daniela Santanchè: «Dante? Continuiamo a sottometterci ai musulmani. Avrebbe messo queste persone politicamente corrette tra gli accidiosi”. Tra i giudizi più severi, quello del candidato generale Roberto Vannacci: «Eccoli – ha detto – quelli che vogliono distruggere la nostra Italia e la nostra identità».
Anche dall’opposizione la musica non è stata diversa. «Conoscere Dante non toglie nulla alla confessione religiosa dei bambini ma aggiunge molto alla loro conoscenza della cultura italiana. L’integrazione si fa per addizione, mai per sottrazione” ha scritto la senatrice del Pd Simona Malpezzi sull’educazione culturale non solo italiana”.
Negativo anche il parere degli scrittori Rita Monaldi e Francesco Sorti, che definiscono un autogol preferire Boccaccio, che “è molto più difficile da digerire, immorale anche dal punto di vista islamico”, a Dante che “era inclusivo”. e “lascia la porta aperta ai pagani”. In particolare difficoltà sembra essere la preside dell’istituto Felissent, finita in un incontro imbarazzante. «Sto cercando di chiarire cosa sia successo – ha detto Francesca Magnano – Sicuramente è un errore dire che c’è stato il via libera, non sapevo nulla di questa vicenda e sto cercando di chiarire le cose con i docenti coinvolti».

 
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