avrebbe limitato i danni a Campi – .

Prevedere con pressoché certezza cosa farà il corso di un fiume in caso di precipitazioni eccezionali con almeno 4 ore di anticipo – che possono arrivare anche a 18 – così da poter provare a salvare quante più vite umane possibile. E aiuta a mettere in sicurezza l’area. Tutto questo grazie ad un sistema che probabilmente sarebbe stato molto utile almeno per cercare di tamponare i danni dell’alluvione dello scorso novembre a Campi Bisenzio. Questo è ciò che gli studiosi del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa sono riusciti a creare grazie all’intelligenza artificiale, ai dati esistenti e ai fondi europei.

L’aiuto dell’intelligenza artificiale

”Il sistema si basa su dati che vengono raccolti ogni 15 minuti dalla fine degli anni ’90 dalle regioni, grazie ai protocolli di protezione civile – spiega Marco Luppichini, ricercatore dell’Università di Pisa – con valori come precipitazioni, idrometria e temperature. Ci siamo basati su quelli toscani ma il metodo sarà riproducibile in tutta Italia. Con questi dati e quelli che arrivano nelle ore di allerta, grazie all’intelligenza artificiale, si creano modelli che ci permettono di sapere quale potrebbe essere il comportamento più probabile del fiume nelle ore successive”.

Gli studiosi – che avevano iniziato le ricerche tre anni fa – si sono basati sia sui fiumi maggiori che su quelli minori, quest’ultimi che tanti danni avevano fatto ad esempio l’anno scorso nelle zone di Firenze, Prato e Pistoia.

”Possiamo avere modelli che danno una buona certezza su come evolverà il fiume con margini diversi – specifica Luppichini – da quelli più grandi come l’Arno per il quale arriviamo a 14-16 ore a Pisa o 12 a Firenze, a 4-5 ore ‘ avviso per i più piccoli della rete minore come la Versilia che, rispetto per quest’ultima alla mezz’ora dei protocolli attuali, è un bel guadagno. L’utente non deve impostare alcun parametro, basta eseguire un’applicazione. E nei momenti in cui i minuti fanno la differenza tra vincere o perdere la partita, sono fondamentali”.

Fondi regionali ed europei e una ‘scommessa’

Lo studio è iniziato sui fiumi Apuani. ”L’idea nasce guardando la realtà dei torrenti Apuani – spiega Monica Bini, geologa dell’Università di Pisa e responsabile del progetto – che negli ultimi anni hanno purtroppo provocato vittime e provocato ingenti danni. Quindi dalla voglia di dare un contributo per gestire al meglio il territorio. Tutto questo è iniziato come ricerca, poi abbiamo cominciato a notare l’interesse di alcuni enti che ci hanno finanziato”.

È ora di fare un carotaggio

Tra i finanziatori c’è la Regione Toscana che, grazie ai fondi europei, ha realizzato un progetto in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Basso Valdarno a cui hanno collaborato gli studenti delle scuole superiori Galileo-Artiglio di Viareggio. ”Abbiamo realizzato un dispositivo in grado di misurare l’altezza della falda freatica e che sarà in grado di inviare i dati in tempo reale all’università – spiega Giovanni Gemignani, docente dell’istituto – evitando che un dottorando o un tecnico specializzato debbano recarsi sul posto di persona”.

Il dispositivo realizzato dai ragazzi della Galilei Artiglio

Un altro dei finanziatori è stato il Consorzio di Bonifica che ha deciso di investire nella prevenzione finanziando la ricerca. Ora, dopo la presentazione del 24 maggio a Pisa, l’obiettivo è renderlo un progetto di respiro europeo. ”Abbiamo realizzato dei progetti che abbiamo presentato all’Unione Europea e speriamo che vengano approvati – dice Bini – in questo caso studieremo bacini fluviali europei simili ma con climi diversi. È una modalità potenzialmente replicabile ovunque e per qualsiasi condizione, che può dare una grande mano nella gestione dei territori in questo futuro di incertezza climatica”.

 
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