Ma quale integrazione! Accettare il rifiuto di studiare la Divina Commedia è una sciocchezza e un’idiozia – .

Gentile Direttore, in una classe di una scuola media di Treviso, alcuni ragazzi musulmani sono stati esentati dallo studio della Divina Commedia di Dante, sostituito con lo studio di…

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Caro Direttore,
in una classe di una scuola media di Treviso, i bambini musulmani sono stati esentati dallo studio della Divina Commedia di Dante, sostituito con lo studio di Boccaccio, dopo che l’insegnante aveva chiesto alle famiglie se i loro figli potevano seguire le lezioni. Perché allora non esentare questi ragazzi anche dallo studio della storia dell’arte, visto che è ricca di opere incentrate sul cristianesimo e di racconti tratti dalla Bibbia? Sono queste le premesse per un processo di integrazione che deve partire dall’età scolare e che deve formare giovani adulti ben integrati culturalmente nella società del Paese in cui hanno scelto di vivere?

Ilaria Scarpa
Venezia

Caro lettore,

Quando ho sentito questa notizia devo dire che sono rimasto incredulo. Volevo verificare personalmente con il collega che lo aveva ritirato che le cose fossero realmente andate così. Era tutto vero. Purtroppo, aggiungo. Perché dovrebbe essere chiaro a chiunque – ma evidentemente non è così – che quanto accaduto in questa scuola di Treviso non c’entra nulla con l’integrazione. In realtà va nella direzione esattamente opposta. Una colossale idiozia. Sostenere il principio secondo cui, per motivi religiosi, uno o più studenti musulmani rifiutano di studiare un capolavoro della letteratura mondiale come la Divina Commedia di Dante, significa infatti alzare barriere, non impegnarsi a superarle. Significa incoraggiare la separazione, non la coesione e l’inclusione. Significa anche accettare il principio che la scuola non è il luogo dove i cittadini del futuro vengono educati in modo laico, ma dove, al contrario, i singoli possono pretendere che le proprie convinzioni religiose e culturali prevalgano sui programmi. Una scelta che non solo non aiuta questi giovani di fede islamica a crescere e a integrarsi nella nostra società e non aiuta le loro famiglie a comprendere i valori del mondo in cui hanno scelto di vivere. Questa censura della Divina Commedia fa a pezzi anche ogni principio di uguaglianza educativa: come è infatti possibile anche solo pensare che ognuno possa decidere, in base alle proprie convinzioni, quali testi studiare e quali no? La cosa più sconcertante è che sia stato un insegnante a permettere questo vero e proprio massacro. Penso che tu abbia il lavoro sbagliato.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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Il Gazzettino

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