incontro con il regista e attore dell’opera – Picchio News – .

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IL Festival del Cinema di Civitanova prosegue il cammino verso la sua decima edizione e la promuove Venerdì 31 maggio un nuovo incontro con l’autore. L’antipasto questa volta sarà la proiezione del film Io e il Secco, opera prima del regista marchigiano Gianluca Santoni. Santoni e l’attore protagonista Andrea Lattanzi – uno dei giovani più promettenti del cinema italiano, divenuto celebre anche sul piccolo schermo con la fortunata serie Netflix Summertime – incontrerà il pubblico al termine della proiezione, in programma alle 21.15 al cinema Cecchetti di Civitanova.

L’evento rientra nel cartellone degli eventi organizzati in città per il weekend del 2 giugnoFesta della Repubblica, es per l’occasione viene promosso insieme alla Compagnia Teatrale.

Il film, basato su una storia originale che ha vinto il Premio Solinas, sono arrivato ad Alice in the CityA Menzione Speciale 2023 ‘The Hollywood Reporter Roma – Uno sguardo al futuro’ per la regia. Io e il Secco ha poi vinto due premi al Riviera International Film Festival 2024 – unico film italiano in concorso – come Miglior Sceneggiatura e il Premio del Pubblico Casa della Salute.

Il film racconta di Denni, dieci anni e una missione da compiere: salvare sua madre dalla violenza del padre. Piccolo Enon può farlo da solo. Decide di chiedere aiuto a qualcuno che uccide le persone per vivere: un super-killer. La persona prescelta è Il Secco, che non è un delinquente, ma un innocuo vagabondo alla disperata ricerca di soldi, che finge di accettare l’incarico, ma solo per derubare il padre del bambino. L’incontro tra Denni e Il Secco dA la vita in un’avventura che oscilla tra dramma e commedia, un buddy movie a livello infantile, in bilico tra fantasia e realtàA anche troppo crudo. I due vivranno un’esperienza che li porterà viaA mettere in discussione il significato dell’essere uomini, la paura e il mistero che uniscono e separano padri e figli.

“Secco e Denni sono due caratteri molto diversi – spiega Santoni -, ma le caratteristiche dell’uno riecheggiano nell’altro. Con loro ho voluto recuperare la grande capacità del cinema italiano di raccontare il dramma anche attraverso l’ironia, ma con una prospettiva attuale e personale. Volevo parlare della rabbia di chi è recluso in certe condizioni, e della tenerezza che sopravvive nonostante tutto”.

 
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