“Mi hanno ucciso.” Trovato in macchina con una fascia al collo – .

“Mi hanno ucciso.” Trovato in macchina con una fascia al collo – .
“Mi hanno ucciso.” Trovato in macchina con una fascia al collo – .

Onorato Angelo è seduto sul lato del conducente del suo SUV, una Range Rover. Ha una fascetta di plastica, di quelle che si usano per raccogliere i cavi elettrici, stretta intorno al collo. È morto per soffocamento. La macabra fine dell’imprenditore 55enne e marito dell’eurodeputata è ancora un mistero Francesca Donato, un tempo della Lega e ora affiancato dalla Nuova Democrazia Cristiana dell’ex governatore Totò Cuffaro. Onorato era un noto imprenditore, proprietario di due importanti aziende nel settore del mobile e dell’edilizia. Sono le 14.30 di ieri pomeriggio. Da qualche ora il mio cellulare squilla ininterrottamente. La moglie e la figlia cercano di contattarlo dalle 11 di mattina. Proprio ieri Onorato avrebbe dovuto accompagnare la moglie ad alcuni comizi elettorali. Era partito per recarsi ad un appuntamento a Capaci, in provincia di Palermo. Ma non è mai arrivato. Gli inquirenti non hanno escluso alcuna ipotesi.

Angelo Onorato, che era il marito di Francesca Donato morta a Palermo: architetto, due figli, passione per la musica

IL RITROVAMENTO
Sua moglie e la figlia ventenne Carolina hanno localizzato il veicolo tramite il GPS del SUV. Il primo a trovarlo senza vita. L’auto è parcheggiata in via Ugo La Malfa, il raccordo autostradale che costeggia l’autostrada in direzione Trapani. Una strada molto trafficata piena di negozi e grandi magazzini. È stata immediatamente chiamata la polizia. “Angelo è morto, mi hanno ucciso”, ha confidato l’eurodeputata ad alcuni amici che le chiedevano cosa fosse successo. Onorato ha le cinture allacciate. Ci sono macchie di sangue sulla sua maglietta, che potrebbero provenire anche dalla bocca. La porta posteriore è socchiusa e non è da escludere che con lui ci fosse qualcuno. Probabilmente sul sedile posteriore. L’auto è in ordine, tuttavia non ci sono segni di lotta. Se qualcuno avesse voluto strangolarlo probabilmente avrebbe utilizzato una corda e non una fascetta autobloccante. Ed è uno dei dubbi degli inquirenti. È necessaria una quantità minima di precisione per usarlo. Circostanza che sarebbe incompatibile con un’aggressione e una reazione inevitabile da parte della vittima. Sembra invece improbabile l’ipotesi che la vittima possa essersi fatta scivolare la fascia sopra la testa, perché il suo diametro massimo è inferiore a quello del cranio. Gli specialisti della polizia scientifica stanno analizzando ogni traccia nell’auto e nell’area attorno al veicolo che è stata immediatamente recintata.

LE INDAGINI
Sul caso stanno lavorando insieme alla scientifica i poliziotti della Squadra Mobile di Palermo. Stanno scannerizzando l’auto per rilevare le impronte digitali. Gli inquirenti, coordinati dal pm Maurizio De Lucia e dal sostituto Ennio Petrini, non si sbilanciano né sull’ipotesi del suicidio, che al momento è quella favorita, né sull’omicidio. I suoi amici e chi lo conosceva molto bene non credono al gesto estremo di togliersi la vita. «Non credo che il signor Onorato si sia tolto la vita», dice Giacomo Grilletto, suo factotum: «Ci siamo visti stamattina a casa sua, verso le 11, abbiamo parlato delle cose da fare. Niente suggeriva un gesto disperato”. Anche la consigliera regionale Nuccia Albano, amica dell’imprenditore e collega di partito della moglie, non crede al suicidio: «Ho fatto il medico legale per 40 anni: non mi sembra proprio un suicidio». Stiamo ancora indagando e approfondendo la vita dell’imprenditore e la sua situazione creditizia. Gli accertamenti riguardano anche una lettera che l’uomo avrebbe consegnato ad un amico sentito ieri dagli inquirenti. Problemi economici potrebbero averlo spinto a stringergli la fascia al collo o i suoi presunti creditori ad ucciderlo. Intanto proseguono le indagini forensi: è stata allestita una tenda, gli investigatori stanno utilizzando anche il luminol per individuare tracce di sangue ed eventuali impronte digitali. Ieri sera negli uffici della Mobile sono state intervistate anche la moglie e la figlia.

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Il Gazzettino

 
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