Ne abbiamo parlato più volte in questi mesi, aggiornandovi sulle decisioni del TAR [inibitoria prima e rigetto dei ricorsi poi] e oggi siamo giunti all’ennesimo capitolo di questa travagliata vicenda che riguarda – come ricorderete – la comunicazione obbligatoria del nome dell’intestatario effettivo alle Camere di Commercio.
Abbiamo avuto modo anche di dare conto delle sentenze del TAR [Sediva News del 15 aprile 2024: “Il “ritorno” del Titolare Effettivo respinti i ricorsi al Tar”] che avevano respinto i ricorsi proposti, confermando la legittimità dell’impianto del decreto MIMIT e in particolare dell’accesso “generalizzato” alle informazioni, peraltro espressamente limitato ai soggetti portatori di un “legittimo interesse”.
Ora il Consiglio di Stato – con le ordinanze cautelari nn. 3366, 3367, 3532, 3522 e 3544 del 17 maggio 2024 – sospesa l’esecuzione delle sentenze fino al 19 settembre [quando verrà discusso il merito dei ricorsi].
La VI Sezione. del CdS ha sottolineato che il nodo centrale del problema riguarda l’ privacy e quindi la compatibilità sia della normativa interna che di quella europea in materia Beneficiario.
I ricorrenti evidenziavano come il meccanismo di accesso ai dati fosse consentito indiscriminatamente a terzi [come “Autorità, soggetti obbligati e pubblico”]comporta rischi significativi.
Questo sistema di accesso consente a professionisti ed enti di accedere a dati aziendali e patrimoniali molto sensibili, senza però garantire un’adeguata proporzionalità nell’accesso.
In pratica chiunque potrebbe sfruttare un professionista o un’organizzazione per ottenere una mole considerevole di dati registrati in Italia.
Il Consiglio di Stato – eccoci al punto – ha evidenziato nel provvedimento la necessità di un approfondimento sui temi della conformità normativa interna al diritto comunitario e ha aperto la possibilità di un rinvio alla Corte di Giustizia europea.
In attesa dei prossimi sviluppi, la questione resta quindi aperta e soggetta a ulteriori sviluppi.
(aldo montini)
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