il centrosinistra supera il centrodestra, a Genova il Pd è a più dieci su Fdi – .

il centrosinistra supera il centrodestra, a Genova il Pd è a più dieci su Fdi – .
il centrosinistra supera il centrodestra, a Genova il Pd è a più dieci su Fdi – .

Se si tratti di un “effetto investigativo” sarà probabilmente determinato dai prossimi passi nel caso legale che coinvolge il governatore Giovanni Totiad oggi (in attesa della valutazione dell’istanza di revoca presentata oggi) ancora agli arresti domiciliari.

Difficile però, numeri e mappa del voto europeo alla mano, affermare che lo scandalo corruzione non abbia avuto alcun impatto sull’orientamento elettorale dei liguri e dei genovesi in particolare, come sostengono diversi esponenti del centrodestra regionale. -giusto si sono affrettati a prevederlo negli ultimi giorni.

A Genova, la città che un mese fa si è risvegliata dalle scosse del terremoto che ha travolto la Regione e la sua maggioranza, il Pd vola a più dieci su FdI: 31 per cento contro 21,5. Un dato che, sommato al 12 per cento del M5s e all’exploit dell’Avs (9,5), insieme al tracollo della Lega (6,3) e ai numeri di Forza Italia (6,5), dice chiaramente che il campo progressista, al città dell’inchiesta, è attualmente la nuova maggioranza.

I distinguo, nell’analisi del voto genovese, sono tanti, e necessari. Nel voto europeo, ad esempio, è mancata quella componente civica che fece trionfare il centrodestra del sindaco Marco Bucci due anni fa. E va detto che la crescita del PD genovese, nel solco di un rinnovamento del partito partito in anticipo sulla scena nazionale, è il frutto di un lavoro iniziato anni fa (anche alle elezioni del 2022 i Dem furono il il principale partito cittadino). Ma i dati restano, soprattutto se integrati con le percentuali del voto europeo nel contesto regionale.

In Liguria, regione di fatto senza leader, in attesa di capire il destino di Toti, il confronto a distanza tra le preferenze di FdI e Pd è durato fino all’ultimo tratto da spogliare. Il partito della Meloni si conferma primo partito della regione con appena 3mila voti in più (26,7 contro 26,2) dei Dem, cresciuti di quattro punti rispetto ai Politici. L’Avs arriva al 7,6%, il M5s si attesta sulla media nazionale (10%), scende la Lega (8,9) ma almeno nel contesto ligure tiene FI (8,4, appena).

Lontani dalle soglie di Iv e Azione, con il partito di Calenda che supera i 4 solo a Genova, grazie alla forte candidatura della consigliera comunale Cristina Lodi, in Liguria ad oggi restano due possibili (per ora solo ipotetiche) coalizioni contrapposte, centrodestra e centrosinistra progressista, sembrano testa a testa, con l’attuale minoranza in testa: sommando i voti delle forze del campo progressista si arriva al 44,1%, quelli del centrodestra al 44.

Un bipolarismo ritrovato, insomma, con il centrosinistra in netta crescita sul centrodestra, che lascia intravedere nuovi, possibili scenari. Il Pd con la consacrazione definitiva a guidare il tavolo progressista nel test di possibili elezioni regionali anticipate, in caso di addio di Toti. E la conferma di FdI, ancora primo partito e sul territorio regionale, che potrebbe portare i vertici meloniani a guardare con maggiore fiducia all’ipotesi di una più vicina fine dell’era Toti.

A un anno e mezzo dalle elezioni, il partito di Meloni si dimostra forte anche in Liguria, anche se il candidato numero uno di FdI in Liguria, Stefano Balleari, difficilmente entrerà in Parlamento a Strasburgo e continua a essere la forza più fredda sul futuro della governatore tra quelli della maggioranza. Eventuali lezioni anticipate, al netto del rischio di andare alle urne dopo uno scandalo giudiziario, permetterebbero di trarre profitto anche sul tema dei rapporti all’interno del centrodestra nel momento migliore.

 
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