“In Liguria è stato un pareggio, la differenza la farà il candidato alla presidenza” – .

“In Liguria è stato un pareggio, la differenza la farà il candidato alla presidenza” – .
“In Liguria è stato un pareggio, la differenza la farà il candidato alla presidenza” – .

Genova. Da un lato la gioia per a risultato storico in Liguria, 26,77% per Fratelli d’Italia. Dall’altro, rammarico per Stefano Ballerini che non potrà entrare in Parlamento nonostante le quasi 15mila preferenze conquistate al Nord Ovest. “Mi dispiace per la Liguria non avrà nemmeno un eurodeputato di centrodestra nel momento in cui governiamo il Paese – riflette il coordinatore e deputato regionale Matteo Rosso -. Purtroppo non è bastato a superare i candidati lombardi e piemontesi”.

Nessuno lo nega, nemmeno l’ala destra della coalizione l’indagine su Giovanni Toti ha avuto il suo peso: “Non tanto sul voto complessivo ma sulle preferenze – ragiona Rosso -. Per noi lo è è mancato il voto legato ad un mondo vicino al presidente che forse non si è recato alle urne in questo momento. Alcuni consiglieri e consigliere che potevano legittimamente e comprensibilmente darci una mano si sono fatti da parte. Abbiamo cercato in tutti i modi di convogliare i voti del Nord Ovest a Balleari, ma tutti ci dicevano che la Liguria è troppo piccola, mentre i lombardi che sono venuti in Liguria sono riusciti a prendere voti”.

Fratelli d’Italia è il primo party in Liguria, seguito a ruota dal Pd che ha riconquistato il primato in città come Genova e La Spezia. Le due ipotetiche coalizioni sono sostanzialmente paritarie. Ma Se domani votassimo per le elezioni regionali, come andrebbe a finire? “C’è una sorta di equitàsecondo me la differenza la farà il candidato presidenziale di un partito o dell’altro – è la previsione di Rosso -. Ciò che conta è la fiducia nella persona, nei singoli individui, altrimenti le liste civiche non servirebbero a nulla». Il rischio, però, è che arrivino partiti emarginati, come è successo negli ultimi anni con lo stesso Toti: «È così, in fondo è un meccanismo storico a livello amministrativo, quello che conta è il candidato. Basta guardare Cirio. In Sardegnal’unica regione in cui il candidato alla presidenza non l’avevaappelloabbiamo perso”.

Insomma, dentro centrodestra (a partire dalla Lega Nord Rixi) nessuno lo nasconde il ragionamento sul successore di Toti sono già in corso. «È una valutazione che abbiamo fatto indipendentemente dall’inchiesta – sottolinea il leader di Fdi in Liguria – perché sul terzo mandato non c’era alcuna certezza». Naturalmente, però il caso giudiziario ha subito un’accelerazione. Le parti attendono ora le mosse di Toti (e anche davanti al Tribunale, che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari) per organizzarsi e risolvere le prime questioni.

Uno per tutti: meglio un civico o un politico? “Mi pongo il problema quando capirò se si voterà a novembre, a marzo o alla fine naturale della legislaturaad oggi non ne ho la più pallida idea – continua Rosso -. Essere presidente comporta un enorme sacrificio di vita privata e lavorativa. Trovare un bravo professionista con solidità economica che voglia occuparsi della cosa pubblica non è facile. L’importante è che sia una persona simpatica, educata, gentile, non qualcuno che vola alto. Giorgia lo dimostra e credo di dimostrarlo anche io”. Decisioni che comunque verranno prese tutte a livello nazionale dal triangolo ristretto Meloni-Salvini-Tajani.

In ogni caso, salvo nuove elezioni, Non sembra che l’equilibrio cambierà nel breve termine, nemmeno all’interno del consiglio regionale: “Assolutamente no – risponde Rosso -. Non credo ci sia bisogno di pretendere nulla, forse avremo più forza nel dare consigli ma rimarremo coerenti. Nessuna rivendicazione e nessun atto di forza. La politica è come le montagne russe: ho toccato il fondo quando ero sospeso, oggi sono più forte ma mantengo l’umiltà di prima”.

 
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