Ilaria Salis è tornata in Italia, ‘un incubo è finito’ – Notizie – .

Ilaria Salis è tornata in Italia, ‘un incubo è finito’ – Notizie – .
Ilaria Salis è tornata in Italia, ‘un incubo è finito’ – Notizie – .

Un viaggio in macchina di 2000 chilometri in 24 ore e Roberto Salis ha mantenuto la promessa: ‘La porto a casa’, ha detto e così ha fatto. È partito ieri da Monza ed è andato a prendere la figlia Ilaria che ha lasciato Budapest per tornare in Italia dopo aver trascorso quasi 500 giorni in Ungheria dove è stata arrestata l’11 febbraio 2023 con l’accusa di aggressione a militanti di estrema destra. Adesso ‘un incubo è finito’, ha detto appena scesa dall’auto, mentre la figlia, “stanchissima ed esausta”, è subito tornata a casa, dopo aver sorriso quasi stupita nel vedere i giornalisti che l’aspettavano. Insieme si sono scattati una foto davanti al cartello di Monza e ora possono pensare alla festa di lunedì per festeggiare i suoi 40 anni. “Ma dobbiamo farne due per recuperare quello dell’anno scorso”, sorride il padre che annuncia felice la fine della sua missione: “Ora mi dimetto da portavoce di Ilaria ed esco completamente di scena”. Da ieri sua figlia è una donna libera dopo che il giudice Jozsef Sos le ha concesso l’immunità senza attendere la proclamazione ufficiale della sua elezione al Parlamento europeo, dove è arrivata grazie alle 176mila preferenze ottenute con l’Alleanza dei Verdi e della Sinistra. Inflessibile nelle tre udienze finora svolte in un processo ora sospeso, il giudice Sos ha rapidamente risolto quello che stava diventando l’ennesimo motivo di controversia tra Roberto Salis e il governo italiano, accontentandosi di una lista informale con gli eletti italiani e inviando così la polizia ha tolto il braccialetto elettronico, cogliendo di sorpresa la stessa attivista italiana. La sua famiglia aveva organizzato un viaggio a Budapest ma per andare a festeggiare il suo compleanno nel suo appartamento dove era detenuta agli arresti domiciliari dal 23 maggio. Invece i suoi piani sono cambiati velocemente e i suoi genitori, sempre molto attenti alle questioni di sicurezza, hanno deciso di prenderla in macchina e riportarla in Italia. In silenzio, come sempre super riservato quando c’è il minimo rischio legato all’incolumità della figlia, Roberto Salis ha poi portato a termine la sua battaglia che aveva come unico e unico obiettivo il suo ritorno in Italia. Ad attenderli a Monza, nell’appartamento poco distante dal parco e dalla Villa Reale, c’erano i due fratelli e i loro amici più cari, gli stessi che seguirono tutte le udienze di Budapest e che aiutarono sempre la sua famiglia a risolvere tutte le questioni burocratiche e problemi logistici che ha dovuto affrontare nei 16 mesi trascorsi tra Italia e Ungheria. Ma Budapest è il passato, di cui Ilaria Salis avrà ricordi positivi legati solo ai suoi familiari che hanno scritto all’ambasciata italiana dandole disponibilità ad ospitarla pur non conoscendola e che poi l’hanno accolta per 20 giorni. Per il resto, “ha passato un periodo di prigionia molto intenso e ha subito torture – ricorda il padre – Adesso ha bisogno di riposare, ci vorrà del tempo. L’abbiamo riportata qui con tutto l’impegno che abbiamo fatto”. E ora anche Roberto Salis potrà riposarsi.

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