Il momento difficile di DAZN – .

DAZN non è mai stata una piattaforma streaming particolarmente amata dai fan italiani da quando, nel luglio di 6 anni fa, è entrato a far parte dell’offerta sportiva (e soprattutto calcistica) del nostro Paese. Quasi subito (con l’intervento dell’AGCOM) sono sorte lamentele sui prezzi elevati, sulla scarsa qualità video dello streaming, sui vari disservizi e sui problemi tecnici (buffering infinito, interruzioni improvvise). ma la piattaforma britannica ha continuato a macinare numeri, fino a diventare (volente o nolente) una realtà “necessaria” per gli appassionati di calcio italiani.

Nel 2021 DAZN si è aggiudicata i diritti di trasmissione di tutte le 380 partite stagionali del campionato di Serie A per il triennio 2021/2024 (alcune condivise con Sky) e, al momento, in Italia la piattaforma possiede i diritti della Serie A TIM (tutte le partite, di cui 266 su 380 in esclusiva, fino alla stagione 2028/2029), oltre a numerosi campionati di calcio, basket italiano ed estero, UFC, canali Eurosport, ampia copertura delle prossime Olimpiadi di Parigi e altri sport secondari.

Tuttavia, ci sono ormai diversi indizi che fanno pensare a vedere DAZN come un’azienda sempre più in difficoltà. Pensiamo ad esempio alla battaglia persa contro Sky per i diritti sugli Europei di calcio, al lento ma inesorabile calo di interesse per il calcio (soprattutto tra i più giovani)al sostegno finanziario sempre meno consistente da parte di TIM e, soprattutto, ai recenti e pesanti aumenti dei prezzi che dimostrano una forte necessità di liquidità.

A metà maggio, dopo un aumento già piuttosto consistente nel mese di gennaio (circa il 20% in più), DAZN ha annunciato per agosto un ulteriore aumento per quanto riguarda le offerte con impegno annuale e con un’unica soluzione di pagamento come DAZN Pluscosì come aumenti ancora più consistenti per chi paga tramite Google Play Store.

Prendiamo ad esempio l’offerta DAZN PLUS Annuale con pagamento unico, che a partire da agosto costerà 599 euro all’anno rispetto ai 449 euro dello scorso anno (e a gennaio era già salito a 539 euro), mentre il piano Standard resta a 359 euro come a gennaio (ma nel 2023 costava 299 euro). Ancora più cara l’offerta a pagamento mensile, che nel caso di DAZN Plus si prepara a passare dai 552 euro annui del 2023 ai 700 euro (14 euro in più al mese).

Come abbiamo accennato in precedenza, gli aumenti diventano ancora più pesanti per chi decide di abbonarsi a DAZN tramite Google Play Store e non tramite il sito DAZN. In questo caso, infatti, il piano annuale posticipato in 12 rate passa da 34,99 euro a 39,99 euro al mese, senza ottenere nulla di più in cambio; anche, senza vincolo annuale, un solo mese di DAZN Plus costa 69,99 euro (in pratica 840 euro all’anno), mentre si scende a 49,99 euro al mese per il piano Standard.

dannazione

A pochi giorni dall’annuncio, DAZN ha deciso di estendere questi aumenti non solo ai nuovi clienti, ma anche a quelli già abbonati, optando quindi per quell’odioso approccio (comune anche ad altre piattaforme simili, va detto) che non premia i clienti di vecchia data, considerandoli alla stregua di quelli nuovi. E, come spesso accade con altre società (basti pensare a Sky con i suoi abbonamenti), potrebbe essere quasi più conveniente cancellare DAZN adesso e, sperando in probabili offerte per l’inizio della Serie A 2024-2025, riacquistarsi a metà agosto.

Non ci siamo quindi stupiti quando, pochi giorni dopo, è arrivata un’interrogazione parlamentare di un gruppo di senatori e deputati del PD al ministro dell’Impresa e del Made in Italy Adolfo Urso implicava una possibile condotta lesiva di DAZN nei confronti dei diritti dei consumatori, anche alla luce di mancanza di miglioramenti tecnici (qualità dello streaming) che potrebbero giustificare simili aumenti di prezzo.

Non va dimenticato che la recente legge antipirateria, con l’istituzione del tanto contestato Piracy Shield, avrebbe dovuto portare, seppure con effetti non proprio immediati, ad un calo dei prezzi di queste piattaforme, mentre accade esattamente il contrario.

Se tutti questi indizi non bastassero a inquadrare quello attuale come un momento di difficoltà per DAZN, si è aggiunto un recente articolo di ItaliaOggi, secondo il quale la società starebbe attuando un piano di ristrutturazione interna per ridurre i costi necessari a sostenere una struttura che sta diventando sempre più complessa e costosa.

Secondo ItaliaOggi, infatti, DAZN non avrebbe rinnovato diversi contratti a tempo determinato e avrebbe ridotto sensibilmente alcuni contenuti editoriali e ha rinunciato a diversi nomi di appeal giornalistico. È vero anche che i contenuti rimarranno gli stessi a livello di partite, incontri e partite e che, oltre ai 6 canali per la copertura delle Olimpiadi del 2024, DAZN ha annunciato il mese scorso l’arrivo di 10 canali televisivi gratuiti supportati da pubblicità per sport come boxe, freccette e lacrosse, ma la sensazione è che la società non sappia sta andando bene comunque e questo tali aumenti di prezzo nell’arco di un solo anno denotano una mossa un po’ “disperata” per cercare di rimanere a galla.

Dal canto suo DAZN ha immediatamente smentito entrambe le recenti affermazioni Fabrizio Corona su un imminente fallimento della società, e le indiscrezioni che parlavano di una vendita dell’azienda ad una telco. Non resta che attendere nuovi sviluppi, almeno sperandolo Non ci saranno ulteriori aumenti di prezzo da qui alla fine dell’anno e che le promesse dell’azienda per un miglioramento tecnico dell’esperienza visiva (grazie al moderno Innovation Hub di NVP a Cologno Monzese) si avverano davvero.

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