ILIndagini in corso sull’omicidio del 36enne Bartolomeo Pio Notarangelo detto “Bartolo”, giustiziato ieri pomeriggio a Mattinata in contrada Tagliata, la stessa zona dove fu ucciso, nel luglio 2023, Bartolomeo La Pomarda. Una zona impervia e isolata, segnale cellulare scarso e difficoltà di comunicazione anche per le forze dell’ordine. Non sono presenti sistemi di videosorveglianza.
Notarangelo, imparentato con Angelo Notarangelo detto “Cintaridd”, boss di Vieste ucciso nel 2015 e cognato del collaboratore di giustizia Andrea Quitadamo detto “Baffino junior”, sarebbe stato ucciso in uno dei terreni acquistati qualche anno fa. I killer (da capire se uno o più) hanno utilizzato un fucile, arma che contraddistingue la mafia garganica. A indagare sul delitto sono i Carabinieri, coordinati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bari.
La vittima, ben nota agli inquirenti, con precedenti per armi e droga, aveva un’azienda agricola recentemente raggiunta da un interdizione antimafia del prefetto di Foggia, Maurizio Valiante. Notarangelo allevava bestiame.
Il 9 marzo 2020, inoltre, l’uomo ha preso parte alla maxi fuga dal carcere di Foggia – 72 detenuti sono scappati durante l’emergenza Covid – ma si è consegnato alla polizia pochi giorni dopo. Suo cognato Quitadamo, già deputato Clan Lombardi-Scirpoli-Raduanorivale degli alpinisti Li Bergolis-Miuccicollabora con la giustizia da qualche anno come anche suo fratello maggiore Antonio “Baffino”. Lo scorso marzo anche il boss mafioso di Vieste ha avviato un processo di collaborazione, Marco Raduano, successore di “Cintaridd” al comando della criminalità nella città di Pizzomunno. Raduano si autoaccusò dell’omicidio del suo predecessore durante il processo “Omnia Nostra”.
Inoltre, tra le ultime vicende giudiziarie che riguardano Bartolo Notarangelo, spicca l’arresto a Manfredonia, Siponto, nel novembre 2019. Durante un controllo antidroga da parte della polizia lo era trovato in possesso di un chilo di cocaina e oltre 20mila euro in contanti.
