Zoff tra l’Italia di ieri e quella di oggi – .

Zoff tra l’Italia di ieri e quella di oggi – .
Zoff tra l’Italia di ieri e quella di oggi – .

MILAN – Dino Zoffletteralmente una leggenda del calcio italiano, visto che in difesa della porta della nazionale ha vinto un Mondo, Nel 1982 (arrivando secondo anche in Messico (1970) è un Europeo, Nel 1968, conosce perfettamente le peculiarità del pubblico italiano. Del resto, gli anni passano, ma la storia ciclicamente si ripete. Cambiano i protagonisti, i Governi, gli spettatori e le aspettative, tuttavia la verità è che il Paese, tra tifo e critiche, segue sempre con passione le partite degli Azzurri.

Signor Zoff, cosa ha provato la prima volta che ha indossato la maglia della Nazionale? È stata un’emozione diversa rispetto a quella che provavi quando giocavi per un club?
«Una sensazione diversa. La Nazionale rappresenta un passo avanti nel suo lavoro, nel suo percorso. Ti dà comunque notevoli soddisfazioni. Significa andare avanti, appunto: perseguire cioè un obiettivo nella logica di chi fa qualsiasi cosa e vuole migliorare”.

Cosa si prova a giocare una competizione come un Mondiale e un Europeo con 60 milioni di dirigenti tecnici?
«Ma no, non ci si pensa, anche perché più di 60 milioni di allenatori, i commissari tecnici sono giornalisti (ride, ndr). Più si sale, più le partite diventano importanti. Idem per gli eventi. Quindi ci si preoccupa di fare bene. Certo, più turni si fanno, più si viene seguiti in modo conseguente».

 
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