Crollo delle esportazioni di calzature – .

Crollo delle esportazioni di calzature – .
Crollo delle esportazioni di calzature – .

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Inizio nero del 2024 per il settore calzaturiero italiano e soprattutto toscano, che vede un calo dell’export del 19,7%, più del doppio del dato nazionale (-9,7%) nel primo trimestre, mentre aumentano esponenzialmente le ore di cassa integrazione. È quanto emerge dall’ultimo rapporto realizzato dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, che evidenzia anche un calo degli acquisti da parte delle famiglie italiane (-1,6% in quantità e -0,7% in spesa).

«È proseguito il rallentamento iniziato nella seconda metà dello scorso anno e ora divenuto ancora più marcato, con una forte riduzione degli ordini e dell’attività produttiva», spiega la presidente di Assocalzaturifici Giovanna Ceolini. Nonostante ciò, sempre a livello italiano, il 2023 si è chiuso con una sostanziale stabilità del fatturato, 14,58 miliardi di euro, +0,6% sul 2022. Adesso, però, gli indicatori sono praticamente tutti negativi.

Il rapporto evidenzia come, per quanto riguarda l’export (cui è destinato l’85% della produzione), nel primo trimestre del 2024 sono stati venduti 51,9 milioni di paia (sei milioni in meno rispetto agli stessi mesi dello scorso anno), per 3,17 miliardi di paia euro. Dopo un gennaio stabile (almeno in valore: +1,4%), un’inversione di tendenza a febbraio (-6,2%), fino a registrare un crollo a marzo nell’ordine del -20%, sia in valore che in coppia.

La Toscana in numeri

Nel primo trimestre le esportazioni sono diminuite del -19,7% in valore, nonostante la tenuta di tre delle cinque principali destinazioni, che coprono il 57% del totale: USA (+20,3%), Francia (+1,1%), Cina (+42%); hanno registrato andamenti negativi i Paesi Bassi (-5,7%) e soprattutto la Svizzera (-81,7%).

Le imprese diminuiscono, la Cig vola

Il numero delle imprese attive (compresi calzaturifici e produttori di componentistica), secondo i dati di Infocamere-Movimprese, è diminuito di 57 imprese rispetto allo scorso dicembre, tra industria e artigianato, a cui si aggiunge un saldo negativo di -542 addetti. In direzione opposta va la cassa integrazione: le ore autorizzate dall’Inps nel primo trimestre dell’anno per le aziende toscane della filiera pelle sono 2,5 milioni, +251% sullo stesso periodo del 2023, ma addirittura +972% rispetto a il primo trimestre del 2019, ultimo dell’era Covid.

Pessimismo per il futuro

E per i prossimi mesi gli imprenditori non sembrano particolarmente fiduciosi. Secondo l’indagine condotta a maggio, solo l’11% confida in un miglioramento dell’andamento economico nel secondo trimestre, che, secondo le previsioni degli intervistati, è destinato a chiudersi con un calo del fatturato di circa il -7,4% su aprile-giugno 2023. “Oltre l’80% – sottolinea in chiusura Ceolini – prevede un’inversione di tendenza non prima del 2025”.

 
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