sopralluoghi e lavori per la ripartenza – .

Paesi isolati, acquedotti fuori uso, case e magazzini sommersi da acqua e fango. In Piemonte, per riparare all’“estrema urgenza”, i danni sono stimati in 25 milioni di euro. Il presidente Alberto Cirio ha firmato la richiesta di stato di emergenza, indirizzata al premier Meloni, al ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, e al capo del dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio. E ne attende il riconoscimento.

Contare i danni

IL conteggio dei danni non è ancora terminata. Per completare i controlli è necessario attendere il rientro dei livelli del fiume per valutare l’erosione dei versanti e delle sponde e avere un quadro completo della situazione. Sicuramente le zone più colpite dalle precipitazioni sono la Valle Anzasca e la Valle Divedro in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, l’Alta Val Sesia in provincia di Vercelli. Mentre nella città metropolitana di Torino restano le più colpite: Alta Valle di Susa, Valli di Lanzo, Valli Orco, Soana e Canavese. Unico comune di Noasca, dove si sono registrate precipitazioni 172mm di acqua«servono 10 milioni» per ripartire, secondo il sindaco.

Stato di emergenza

«Siamo stati colpiti da un fenomeno molto violentoche fortunatamente non ha provocato vittime e che siamo riusciti a contenere grazie alla professionalità delle nostre squadre e anche alle opere di messa in sicurezza svolte in questi anni – ha dichiarato il governatore Cirio –. Ringrazio quanti da giorni sono sul campo con la loro opera per supportare le zone colpite e consentire il ripristino della sicurezza di strade e corsi d’acqua». «In poche ore – ha rimarcato l’assessore alla Protezione civile, Marco Gabusi – sono caduti circa 200 millimetri di pioggia che, a maggior ragione considerando il territorio montano interessato, costituiscono una vera eccezionalità». Nel frattempo, l’assessore alla Montagna, Marco Gallo, sta organizzando un incontro con le Unioni montane delle Valli Orco e Soana, Valli di Lanzo e Valli dell’Ossola per studiare possibili interventi che vadano oltre quelli legati alla richiesta di stato di emergenza. «Quello delle cambiamenti climatici – ha osservato Gallo – è una delle sfide più complesse da affrontare, soprattutto in una Regione con l’orografia del Piemonte, che spesso accentua i fenomeni, rendendo più fragile la stabilità idrogeologica dell’intero sistema».

Dissesto idrogeologico

Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo alza i toni: «Credo che al più presto, e questo evento lo dimostra, si debba intervenire in modo molto importante sulla questione della dissesto idrogeologico e soprattutto per le opere di mitigazione. Servono scelte coraggiose, servono scelte progettuali importanti, non servono condoni o interventi di messa a norma che non hanno bisogno di messa a norma – ha proseguito – serve invece cambiare radicalmente il paradigma della cultura della tutela del territorio e credo che questo debba essere fatto prima di tutto dalla politica. Questa volta non ci sono state vittime, le persone si sono salvate, il meccanismo di allerta ha funzionato, ha permesso di evacuare le persone in pericolo ma questo da solo non basta: bisogna cambiare radicalmente il modo in cui l’uomo si rapporta al territorio”.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Orvieto, vigili del fuoco al lavoro ad Arcone per lamiere pericolose – .
NEXT Investito mentre spostava dei pannelli, muore il 74enne proprietario di un’attività a Negrar – .