È aperta la caccia agli incendiari. I carabinieri stanno indagando

È aperta la caccia agli incendiari. I carabinieri stanno indagando
È aperta la caccia agli incendiari. I carabinieri stanno indagando

Le Cesine furono minacciate da focolai che, alimentati dal vento, hanno messo a dura prova il lavoro dei caschi rossi. L’incendio divampato domenica pomeriggio ha costretto a convocare in tarda serata una riunione del Centro Coordinamento Soccorso, presso la sede della Prefettura di Lecce, per definire il lavoro da svolgere la mattina seguente, dato che i Canadair hanno potuto lavorare fino al tramonto, mentre le squadre a terra hanno lavorato tutta la notte.

Dall’alba di ieri

A partire dalle 6:00 sono tornate in azione tutte le squadre dei vigili del fuoco, insieme ai volontari della protezione civile e al personale dell’Arif, l’agenzia regionale per le attività irrigue e forestali. A supporto dei caschi rossi del comando provinciale di Lecce sono intervenute anche alcune squadre del distaccamento di Maglie, vista la vastità dell’incendio e la sua rapida propagazione che ha interessato un’ampia porzione di alberi, costringendo anche gli ospiti di due strutture turistiche ad allontanarsi per precauzione. Dopo diverse ore di lavoro, i vigili del fuoco sono riusciti a realizzare una recinzione di sicurezza a protezione del cuore verde più delicato dell’oasi.

Le indagini

L’incendio è divampato in almeno due punti, tra i territori di Vernole e Melendugno. La polizia forestale di Lecce ha lavorato a lungo nella speranza di riuscire a rintracciare l’incendiario della zona. Gli inquirenti sono più che convinti che quanto accaduto sia frutto della mano dell’uomo. Le indagini sono seguite anche dalla Procura della Repubblica di Lecce per cercare di ricostruire la natura dell’episodio e risalire ai possibili responsabili. “L’incendio ha interessato una vasta area di terreno che ora va bonificata. C’è stato un lavoro incessante da parte di polizia, vigili del fuoco e Arif. Solo dopo 24 ore l’emergenza è finita. I danni però restano”, commenta Mauro De Carlo, sindaco di Vernole.

La legge

Vale la pena ricordare che di recente sono state inasprite le pene per gli incendi boschivi. Chiunque venga sorpreso ad appiccare un incendio o riconosciuto come autore rischia fino a dieci anni di carcere per episodi in cui è accertato il dolo. Di recente, nel Salento, sono stati adottati speciali droni che sfruttano l’intelligenza artificiale per rilevare i principi di incendio, immortalare gli autori e identificarli confrontando le immagini online e memorizzare il numero di targa del mezzo utilizzato dal presunto piromane.

 
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