Nell’ultima settimana il mondo del calcio ha assistito alla morte di Siniša Mihajlovica quella del giornalista Mario Sconcertipenna apprezzata, e al deterioramento delle condizioni di Gianluca Vialliche ha combattuto contro il cancro al pancreas per cinque anni. Stefano Versace ha forti dubbi sui malesseri che hanno colpito i due allenatori, serbo e italiano.
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L’imprenditore e noto tifoso della Sampdoria Stefano Versace ha fatto il punto della situazione, lanciando un appello al mondo dello sport. Ecco il post sul profilo Instagram di @stefano_versace:
“1 maggio 1999: Mosca, Parma – OM finale di Coppa UEFA.
Ricordi questo video? (Link nel primo messaggio)
“Finale di Coppa Uefa, come eravamo ridotti, ho 25 anni, mi stanno uccidendo, guarda come si gonfia il braccio”.
Erano le parole pronunciate direttamente da Fabio Cannavaro il quale, pur con i suoi modi scherzosi, capiva che qualcosa non andava e voleva documentare quanto stava accadendo probabilmente perché la sua coscienza da bravo ragazzo era comunque più forte di qualsiasi logica sportiva finalizzata esclusivamente al raggiungimento di risultati sportivi.
Erano le parole pronunciate direttamente da Fabio Cannavaro il quale, pur con i suoi modi scherzosi, capiva che qualcosa non andava e voleva documentare quanto stava accadendo probabilmente perché la sua coscienza da bravo ragazzo era comunque più forte di qualsiasi logica sportiva finalizzata esclusivamente al raggiungimento di risultati sportivi.
Dopo 20 anni piangiamo la prematura scomparsa di campioni ancora giovani come Sinisa a cui si aggiungono in queste ore le preoccupanti notizie da Londra sulla condizione di Gianluca Vialli.
È ora che lo sport si fermi un attimo, soprattutto il calcio, che affronta l’autocritica e corregge ciò che sta costando la vita a coloro che hanno servito fedelmente questo sport dando loro i migliori anni della loro vita.
Sbagliare può anche essere tollerato, ma se errare porta alla morte delle persone, perseverare non è diabolico ma criminale.
E i crimini devono essere puniti.
Perché questa agonia deve finire.“.
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