“Lui e i suoi amici si sono schiantati, alla fine tutto era sparito!” – .

“Lui e i suoi amici si sono schiantati, alla fine tutto era sparito!” – .
“Lui e i suoi amici si sono schiantati, alla fine tutto era sparito!” – .

Il cantautore Roberto Vecchioni ha un aneddoto da raccontare sui figli di Ignazio La Russa. Questa volta, però, Leonardo Apache non c’entra niente. Protagonista della vicenda è Geronimo La Russa, primogenito del presidente del Senato. La sim del cellulare del fratello minore accusato di stupro è intestata al suo ufficio. Ed è probabile che la vicenda abbia una coda giudiziaria. Vecchioni è intervenuto lunedì 17 luglio alla serata del festival “La Gaberiana” di Firenze. Andrea Scanzi era sul palco con lui. «È passato tanto tempo, te lo posso raccontare perché ormai è prescritto», esordisce Vecchioni. Che durante il discorso non fa mai il nome La Russa. “Mia figlia aveva 14 anni, era il 1997”, spiega. «Lei Per la prima volta ha voluto fare una festicciola in casa con quattro amiche».

La piccola festa

L’aneddoto, riportato oggi da Evento quotidiano, continua: «Voleva che uscissimo, così abbiamo passato la serata a casa di mia mamma. Ebbene, poco dopo l’inizio della festa, la gente ha cominciato ad arrivare». Insomma, c’era qualcuno rintanato. “17, 18, 19 anni. Quindi sia maggiorenni che minorenni. Mi hanno rubato tutto», dice Vecchioni. E ancora: «Hanno rotto un sacco di roba. Mi hanno davvero preso tutto, anche il mio portasigari, ma sono andati anche a rubarmi la maglietta e le mutande. Non capivo perché le mie mutande… un feticcio assoluto». A quel punto, ricorda Vecchioni, andò a sporgere denuncia. “E parecchi di loro vengono catturati. Ora, non voglio dare il cognome, ma dirò come si chiama il ragazzo, così capiamo chi era il padre: il giovane si chiama Geronimo», conclude il cantautore.

La versione di Geronimo La Russa

Lo stesso Geronimo La Russa aveva ricostruito la vicenda in un’intervista a Claudio Sabelli Fioretti per il Corriere Magazine nel 2005: «Sono arrivato con una ventina di amici. Ci sono stati alcuni furti. Secondo quanto riferito, anche tre dei miei amici hanno rubato qualcosa. Ero così sconvolto che non li ho più visti da allora. Ma secondo Vecchioni non è andata così. Anzi. Le responsabilità del giovane La Russa sarebbero state perdonate dagli inquirenti nonostante i fatti che lo riguardavano fossero certi: «Tutto è finito in una bolla di sapone e nessuno è stato accusato di nulla. Nessuno. Quando la polizia mi ha chiamato, ho avuto un confronto con Geronimo e una signora che lo accompagnava».

L’ultimo aneddoto

Così il figlio avvocato di Ignazio sarebbe stato convocato in caserma e coinvolto in prima persona nelle indagini. Ma l’ultimo aneddoto è il più comico: «La signora che era con Geronimo mi guarda e dice: ‘Ma anche tu, Vecchioni, perché non metti la roba in cassaforte?’».

Foto di copertina da: il fatto Quotidiano

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