Stato di agitazione in Rai, i giornalisti proclamano cinque giorni di sciopero dopo il comunicato in diretta – .

Stato di agitazione in Rai, i giornalisti proclamano cinque giorni di sciopero dopo il comunicato in diretta – .
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L’assemblea Rai Cdr ha approvato un documento in cui, d’accordo con Usigrai, i giornalisti proclamano cinque giorni di sciopero. Ciò che viene contestato è la mancanza di autonomia del Servizio Pubblico dalla politica, già sottolineata con la lettura del comunicato sui principali telegiornali nazionali della televisione pubblica.

Caos in Rai. Dopo l’appello online dell’Usigrai, il sindacato che tutela i giornalisti della televisione pubblica, ilassemblea del Cdr ha proclamato stato di agitazione esprimendo particolare preoccupazione per la situazione della società. L’oggetto della discussione è l’autonomia del Servizio Pubblico dalla politica, già evidenziato con il comunicato letto dai giornalisti dei principali telegiornali nazionali, e che ritorna con forza nelle richieste dei comitati di redazione che, infatti, d’accordo con Usigrai dichiarano che la Rai non può diventare il megafono del governo. Con otto voti contrari e un’astensione sono state annunciate cinque giornate di sciopero.

Il documento firmato dai giornalisti Rai

Nel documento approvato con 71 voti favorevoli si sottolinea come il passaggio di alcuni volti Rai verso altri concorrenti può determinare ricadute sia in termini di ascolti che di bilancio aziendale e di come bisogna lavorare molto sulla libertà di stampa. In uno dei passaggi del documento in questione si parla anche dello smembramento di un ramo dell’azienda, come quello della Radio, leggiamo:

Non solo, l’informazione è la grande assenza nel Piano Industriale. Non esistono linee guida sull’impatto che la trasformazione in una digital media company avrà sul settore del giornalismo. Non ci sono giornalisti nei gruppi di lavoro “Ottimizzazione dell’offerta editoriale” ed “Evoluzione delle competenze e interventi organizzativi”, e per ora gli unici interventi, introdotti dall’alto senza alcun confronto con il sindacato, sono quelli che prevedono lo smembramento dell’organico La Radio, con il Gr Parlamento e la redazione sportiva che verrebbero affidate rispettivamente a Rai Parlamento e Rai Sport, svuotando di fatto Radio1 della sua vocazione all news basata sull’informazione e sullo sport, senza alcuna ragionevole motivazione organizzativa o industriale, senza alcun vantaggio per il giornale o per l’agenzia.

Lo scopo dello sciopero è quello di evidenziare alcune difficoltà che, ormai da anni, caratterizzano il settore giornalistico Rai: dall’inesistente turnover alla mancanza di accordi sindacali relativi ai notiziari regionali. I punti chiave sono riassunti qui:

Tra guerra di stampa Rai e Mediaset, anche il servizio pubblico festeggia un 2023 da leader negli ascolti

L’Assemblea contesta la volontà di trasformare il Servizio Pubblico nel megafono dei partiti, e alla società le fusioni di giornali calate dall’alto che svuotarebbero Radio1 della sua vocazione all news, la mancata volontà di indire una selezione pubblica per sostituire il oltre 100 colleghi che hanno lasciato la Rai negli ultimi anni, il mancato rispetto degli accordi sindacali sul personale in TGR, l’assenza di risorse per stabilizzare i precari che lavorano nelle reti, i tagli agli equipaggi e la cancellazione da parte della direzione delle premio di rendimento.

Tag: Stato disordini giornalisti Rai proclama giorni sciopero diretta comunicato

 
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