Porta a Porta e la puntata sull’aborto con soli uomini in studio. Il presidente Soldi striglia Vespa. La risposta stuzzicata del conduttore – .

Porta a Porta e la puntata sull’aborto con soli uomini in studio. Il presidente Soldi striglia Vespa. La risposta stuzzicata del conduttore – .
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La Presidente Marinella Soldi ha scritto a Bruno Vespa in merito alla puntata di ieri di “Porta a porta” in cui uno studio sull’aborto è stato discusso con solo uomini presenti. Il presidente, secondo quanto apprende l’Ansa da fonti di viale Mazzini, ha ricordato “il ruolo fondamentale del servizio pubblico in particolare su un tema così delicato che chiama in causa direttamente il corpo delle donne”. Nel giro di pochi minuti è arrivata sulle agenzie la risposta del conduttore. «Chi, da direttore del Tg1, ha affidato la conduzione della trasmissione delle 13.30 a tre donne non può essere insensibile alla presenza delle donne», ha dichiarato Vespa. «Al di là della circostanza specifica che credo di aver ampiamente chiarito, ho ricordato che la fama di Porta a Porta deriva dall’ospitare politici molto rappresentativi. Ebbene ci sono solo 5 donne (Pd e M5S) su 18 presidenti, vicepresidenti e presidenti dei gruppi parlamentari dei primi 5 partiti. In ogni caso faremo tutto il possibile per garantire alle donne il ruolo che meritano”.

I fatti

Sette uomini parlano di aborto e di diritti delle donne. Quanto accaduto nella puntata di giovedì 18 aprile fa discutere Porta a porta, la storica trasmissione condotta da Bruno Vespa su Rai1. Tra i temi affrontati nel corso della serata c’è stato anche l’aborto, e in particolare il polverone politico sollevato dall’emendamento Fratelli d’Italia per consentire l’ingresso delle associazioni pro-vita nelle cliniche. «Cinque uomini in studio parlano di aborto: la Rai ai tempi di Giorgia Meloni permette a un pubblico tutto maschile di discutere di diritti delle donne», attaccano i membri PD della commissione di vigilanza Rai. I rappresentanti dem definiscono l’episodio “molto grave” e annunciano l’intenzione di portare la questione alla Commissione di Vigilanza per “fermare questo declino e contrastare la palese violazione dei principi di parità di genere”.

La difesa di Porta a porta

La stessa redazione ha risposto alla controversia Porta a porta, che spiega in una nota: «Gli inviti per la trasmissione politica di giovedì 18 aprile sono stati fatti nei giorni precedenti lo scoppio della polemica». Inizialmente, spiega la redazione del programma Rai, erano state invitate tre parlamentari del Pd, poi sostituite da Alessandro Zan dopo essersi dichiarato indisponibile. Lo stesso, precisa Porta a porta, è successo con “un direttore di giornale, anche lui irreperibile”. In ogni caso, “l’aborto è stato solo uno degli otto temi trattati nella trasmissione di ieri”, sottolinea la redazione del programma, che infine annuncia: “Ci occuperemo ovviamente di tornare sull’argomento alla prima occasione utile” .

L’attacco del Pd

La nota editoriale di Porta a porta non ha placato le critiche che si sono generate sia online che tra i politici. Per il Pd “sono venuti meno tutti i principi di parità di genere contenuti nel Contratto di servizio Rai”. Un dato, si spiega, “che mina la credibilità dell’azienda radiotelevisiva pubblica italiana”, soprattutto se si considera che meno di un anno fa la Rai “era impegnata nel progetto ‘No women no panel’ della Commissione europea per garantire pari opportunità rappresentanza nei discorsi e nei dibattiti pubblici”.

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