Che tempo fa, il comizio di Scurati: “Trascinato nel fango”. E un po’ di soldi…

Che tempo fa, il comizio di Scurati: “Trascinato nel fango”. E un po’ di soldi…
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Un’ovazione “da rock star”, come sottolinea lo stesso Fabio Fazio, ha accolto Antonio Scurati nel salotto di Che tempo che fa, sul Nove. Lo scrittore di “M. Il figlio del secolo”, primo di una fortunata serie di romanzi su Mussolini, è diventato il paladino della sinistra italiana in seguito al caso del monologo mancato del 25 aprile alla trasmissione Chesarà di Serena Bortone che aveva fatto gridare alla gente l’opposizione al “ censura di Tele-Meloni”, mentre la Rai ha spiegato che tutto nasce dal mancato accordo sui risarcimenti. Nella puntata di domenica 28 aprile del talk show non si parla del monologo partito dal delitto Matteotti per poi accusare Giorgia Meloni della sua «cultura neofascista». Ma chi critica lo scrittore viene attaccato. «Pensavo che la televisione di Stato fosse la televisione di tutti noi, anche mia e dei miei lettori», esordisce Scurati che offre la sua ricostruzione dei fatti.

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“In prossimità del 25 aprile sono stato chiamato come autore di cinque libri che studiano e descrivono il fascismo e la resistenza antifascista e mi sono sentito in dovere di ricordare il radioso anniversario”, afferma Scurati che spiega come nel testo “ho forse affermato con forza le mie convinzioni, i miei valori e le mie idee e ho criticato chi ci governa, anche questo è uno dei compiti degli scrittori”. Ma poi “sono stato trascinato per i capelli in una lotta nel fango”.

Lo scrittore racconta che era tutto pronto per l’intervento su tv, biglietti del treno e alberghi: “Mi stavo radendo, avevo già la valigia pronta, quando è arrivata la chiamata del conduttore del programma, con il quale non aveva mai parlato. , e mi ha detto ‘la tua partecipazione è stata cancellata’.” Chi scrive parla poi del post di Giorgia Meloni che ha smentito ogni censura, ha ricordato il caso del mancato accordo sui compensi e ha pubblicato, tra l’altro, il testo integrale del monologo. “Questa è una cosa che francamente non dovrebbe accadere in una democrazia, cioè che un capo di governo con tutta la forza della sua posizione attacchi un privato cittadino con frasi denigratorie”. E ancora: “La cosa francamente mi ha profondamente turbato e da lì ho preso la parola per cercare di ristabilire la verità dei fatti”. Non manca la frecciatina a Repubblica, il giornale che più si è sbilanciato sul caso e che, dopo il suo intervento su La Repubblica delle Idea, ha titolato il “bersaglio” disegnato sul volto dello scrittore. «C’è un’enfasi eccessiva anche da parte dei vostri sostenitori, anche su quel titolo di Repubblica… non ho detto esattamente questo».

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La versione di Scurati scorre liscia, senza che Fazio sottolinei cosa manca alla ricostruzione. “Mi hanno insultato sui giornali collusi col governo e poi quando la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato, ti dà dello profittatore allora si finisce in una polemica volgare e vile – attacca ancora Scurati – La seconda carica La carica dello Stato è lo Stato – ha aggiunto – non può attaccare un individuo. L’accusa di denaro è sporca. Io sono uno scrittore. È come dire che un medico guadagna sulle malattie dei malati”. E ancora: “Non ho fatto soldi con Mussolini. Se qualcuno vuole accusarmi di qualcosa può accusarmi di fare soldi ai danni di Mussolini», ribadisce ancora.

 
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