Caso Franco Di Mare, parla il legale del corrispondente affetto da mesotelioma – .

Caso Franco Di Mare, parla il legale del corrispondente affetto da mesotelioma – .
Caso Franco Di Mare, parla il legale del corrispondente affetto da mesotelioma – .

«Spetta all’azienda verificare quali sono i rischi per un proprio dipendente che viene inviato in zone di guerra, in presenza di grandi quantità di fibre di amianto e materiali radioattivi, e mettere in atto tutte le misure di protezione necessarie». Dopo l’intervista di Franco Di Mare a Che Tempo Che Fa, in cui annunciava di aver ricevuto la diagnosi di mesotelioma, l’avvocato del giornalista e storico corrispondente della televisione pubblica cerca di chiarire la situazione giuridica del suo assistito. Di Mare aveva denunciato come in viale Mazzini, una volta scoperto il suo malore, tutti gli avevano voltato le spalle, rifiutandosi di inviargli il rapporto di servizio con l’elenco dei luoghi e della durata dei suoi viaggi di carriera. In una nota, gli attuali vertici Rai hanno precisato di non essere a conoscenza delle sue condizioni di salute, dicendosi pronti ad aiutarlo, mentre l’Inail ha respinto la ricostruzione secondo cui la pratica sarebbe stata bloccata presso le sue sedi: l’organizzazione «non è legittimata a accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia da lui contratta né rilasciare certificazione che attesti o meno tale correlazione”. Nell’intervista all’Ansa, però, l’avvocato Ezio Bonanni racconta un’altra storia. «L’Inail ha il compito di svolgere accertamenti sull’esposizione all’amianto e io gli farò causa per il riconoscimento delle prestazioni previdenziali relative a malattie professionali e infortuni, ma è la Rai che deve risarcire i danni», dice, «nessuno non ha mai risposto alle diverse segnalazioni formali e informali e alla richiesta di soluzione condivisa avanzata alla società”.

La versione dell’avvocato

Il legale precisa che la prima comunicazione alla Rai sulla vicenda risale al 13 luglio 2021 e l’ultima al 19 marzo 2024. «Mi risulta inoltre che l’agente di Di Mare, in un ultimo tentativo di composizione amichevole della vicenda, abbia scritto a novembre 2023 ai vertici Rai delle mail, ma anche a queste non è mai stata data risposta”, ha aggiunto Bonanni. E poi le accuse: «Apprendiamo, quindi, con sorpresa, che la Rai sostiene di aver attivato una procedura Inail, quando invece, ben diversamente, è certo che è stato Di Mare ad avviare e chiedere almeno l’istituzione della previdenza sociale. benefici dovuti ricevendo dall’Ente la richiesta di verbale di servizio ovvero appunto quel documento che, pur richiesto più volte anche tramite posta elettronica certificata, la Rai non ha mai consegnato”. L’avvocato vuole poi fare ulteriore chiarezza: «Precisato questo, va però precisato che non occorre alcuna valutazione Inail sull’azione di risarcimento danni, che si fonda sulla condotta della Rai che non ha tutelato la salute del Dottore Di Mare, poiché inviato in luoghi altamente contaminati da amianto e radiazioni”. Bonanni poi ribadisce che l’interesse del giornalista non è ottenere un risarcimento, ma affermare un principio: «È la mancanza di risposta che gli ha fatto male».

Il precedente

L’avvocato Bonanni riferisce poi di un caso simile che ha seguito per la stessa azienda: «Ho seguito anche un altro caso di mesiotelioma su un dipendente che si è ammalato in viale Mazzini e in quel caso ho ricevuto risposta immediata. Lì ho capito che nel caso di Di Mare c’era qualcosa che non andava”, è il suo parere, “è un tumore che ha quasi sempre un esito infelice e trascinarlo fuori impedisce alle persone di avere il giusto supporto”. E poi avverte l’azienda: «Voglio essere rispettoso della Rai, ma c’era tanto amianto anche in viale Mazzini, non sono stati molto lungimiranti. Anche i vertici sono a rischio, è una malattia che non vede bene a nessuno, bastano dosi basse. Hanno perso troppo tempo”.

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