“Vari in onda di aggressioni e minacce alle giornaliste”. La denuncia del direttore generale della Rai dopo lo sciopero – .

“Vari in onda di aggressioni e minacce alle giornaliste”. La denuncia del direttore generale della Rai dopo lo sciopero – .
“Vari in onda di aggressioni e minacce alle giornaliste”. La denuncia del direttore generale della Rai dopo lo sciopero – .

Il clima che si respira nel Paese può essere ben compreso analizzando quanto accaduto nelle ore immediatamente successive, ma non solo, all’evento. Sciopero della Rai. Ed è il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossidelineare il quadro in sede di Organismo di Vigilanza, sottolineando che “c’erano alcuni giornalisti della Rai, in particolare del TG1, che non hanno aderito allo sciopero, compreso il giornalista Laura Chimenti che hanno letto le edizioni del Tg1 che ne sono state oggetto attacchi molto violenti e di minacce di morte anche sui social“. Sono tante le minacce che sono arrivate al giornalista in privato ma sono tanti anche i messaggi che si possono trovare pubblicamente.

Il diritto di sciopero, sacrosanto per l’opinione pubblica della sinistra civile, si è trasformato in obbligo di sciopero e chi non partecipava veniva etichettato “fascista“. Il clima di caccia alle streghe, di fondamentalismo di massa, pronto ad attaccare chiunque non abbia i suoi stessi pensieri, sta assumendo contorni inquietanti e lo dimostrano tweet del calibro di: “Dunque tutti i giornalisti visti oggi al Tg1 e al Tg2 che hanno boicottato lo sciopero dell’Usigrai sono aperti al governo Meloni. Buono a sapersi. UN massa in uscita“. Il tutto, con tanto di foto del giornalista.

È ancora: “Chimenti è sempre stato a destra, stessa cosa con Matano, Rai 1 profuma di fascinazione ormai da una vita ed è inguardabile“. Per il popolo dei social, radicalizzato in un’idea estremista della politica, chi non ha scioperato ha boicottato perché”tutti sono sempre stati in sciopero” e non può esserci nessuno in Rai che non abbia la tessera Usigrai. Chi non segue i diktat di quell’unione, “unico riconosciuto“secondo alcuni, quindi l’unico legittimato ad esistere, è fascista. Nonostante il pluralismo che dovrebbe caratterizzare una democrazia”.Vorrei che la Commissione esprimesse il suo parere solidarietà nei confronti dei giornalisti che hanno deciso di lavorare e che invece stanno subendo aggressioni a causa del clima che si è creato a causa di ciò sciopero esagerato“, ha continuato Rossi.

Poi, il direttore ha ribadito: “Spero che la Commissione esprima solidarietà ai colleghi che hanno deciso di lavorare quel giorno“. Il clima da caccia alle streghe è alimentato, certo, suvvia leader politici che danno fuoco alle ceneri e fomentano il sentimento di rabbia, parlando di “regime“, dando la colpa a chi ha deciso semplicemente di lavorare. E non è sorprendente Serena Bortone si è messa a capo di queste rivolte, avendo seguito, come responsabile della comunicazione e dell’ufficio stampa, una campagna elettorale del Partito Democratico, partito che in questi giorni si sta stracciando le vesti cavalcando l’onda in vista delle elezioni europee. È un film già visto meno di due anni fa, con la campagna elettorale politica: datevi una scossa spettro del fascismo per spaventare gli elettori e allontanarli dal centrodestra.

Ma è un esercizio controproducente per il Pd, come è già stato abbondantemente dimostrato.

 
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