‘Il caso Scurati è una vicenda complessa’ – Notizie – .

‘Il caso Scurati è una vicenda complessa’ – Notizie – .
‘Il caso Scurati è una vicenda complessa’ – Notizie – .

«Non credo che il procedimento disciplinare nei confronti di Serena Bortone renda giustizia alla vicenda, né faccia bene alla Rai». Così la presidente Rai Marinella Soldi. “Quello che l’amministratore delegato ha riferito alla Commissione di Vigilanza racconta in parte quanto accaduto, senza citare aspetti significativi. Fatte salve le politiche aziendali, il cosiddetto caso Scurati è ancora oggetto di verifica da parte della direzione Internal Audit della società, per la quale il Presidente ha i poteri. La bozza dei risultati di questo audit è stata visionata sia da me che dall’Amministratore Delegato ed evidenzia una situazione molto più complessa di quella descritta dall’Amministratore Delegato, che richiede un approccio più completo”.

Per saperne di più Agenzia ANSA Rossi: ‘Minacce ad alcuni giornalisti del Tg1 che non hanno scioperato’ La denuncia dell’ad Rai alla Commissione di Vigilanza. Solidarietà florida

Procedimento contro Serena Bortone per il caso Scurati
L’amministratore delegato Sergio: ‘Ha violato la policy aziendale’. Il Pd: ‘Atto minaccioso’
(di Michele Cassano)

Dopo due settimane di polemiche per la mancata partecipazione dello scrittore Antonio Scurati a ‘CheSarà…’ su Rai3, arrivano le prime decisioni societarie e riguardano la conduttrice del programma, Serena Bortone, che ha denunciato il caso sui social. Proprio quel post del 20 aprile ha spinto l’amministratore delegato Roberto Sergio a inviare una lettera di reclamo disciplinare nei confronti del giornalista, provocando la reazione dell’opposizione e del sindacato, che hanno parlato di una decisione ‘inaccettabile e minacciosa’. In commissione di Sorveglianza, Sergio ha spiegato che ‘Bortone è stato contestato, come è avvenuto in casi simili, per il post pubblicato sui social in violazione delle norme di politica aziendale. La controversia è un atto necessario e seguirà l’iter previsto dal regolamento. Non fu vietata né la partecipazione dello scrittore Scurati né la lettura del monologo, poi autorizzata ed effettuata dalla stessa Bortone. L’amministratore delegato ha negato qualsiasi lamentela e ha affermato che la vicenda ha causato “un danno alla reputazione dell’azienda”. Poi annuncia che «è stata avviata una procedura di revisione interna, i cui risultati saranno disponibili a breve, focalizzata su due aspetti: il primo, eventuali disallineamenti procedurali, e certamente ce ne sono stati; il secondo, il comportamento dei soggetti di cui si richiedevano segnalazioni.

Ora Bortone avrà cinque giorni per spiegare. Ieri, durante la conferenza stampa organizzata dall’Usigrai il giorno dello sciopero, la giornalista ha spiegato di sentirsi a proprio agio per aver semplicemente fatto il suo dovere, non aver denunciato la censura, ma solo fatto sapere ciò che sarebbe comunque emerso. ‘E così ha fatto – ha detto il segretario dell’Usigrai Daniele Macheda – Roberto Sergio, l’uomo che da dirigente Rai, direttore della radio, ha attaccato pubblicamente il Giornale di Radio Rai sui social, ora da amministratore delegato si scaglia con procedimenti legali disciplinari che, anche attraverso i social, difendono la propria libertà e professionalità da un sistema di controllo “asfissiante” sull’operato dei giornalisti Rai. dell’azienda ha un pluralismo informativo. Siamo di fronte ad un atto arrogante, minaccioso, intimidatorio. “Colpire uno per educare cento” è il motto che anima questa maggioranza che vuole fare dell’azienda di servizi pubblici il megafono del governo.

La sorveglianza ha anche sollevato polemiche sullo sciopero con l’accusa che l’azienda avesse attuato un boicottaggio della protesta. ‘Non c’è stato alcun comportamento antisindacale da parte dell’azienda durante lo sciopero, ma una presenza spontanea che ha consentito la diffusione della notizia – ha detto il direttore generale Giampaolo Rossi – Una presenza legittima come stabilito dalle sentenze che equiparano la libertà dallo sciopero alla libertà di sciopero quello di non colpire. Lo sciopero è stato sostenuto dal 56% dei giornalisti e dal 71% se si contano solo i presenti. Se il numero dei membri fosse stato più alto non sarebbe stato possibile trasmettere la notizia. L’affluenza non fu tale da impedire la messa in onda delle edizioni più importanti».

Il post di Serena Bortone sul caso Scurati

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