“Spazzatura”. La video-inchiesta di Fanpage su Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia accusato di razzismo e antisemitismo (due attivisti si sono dimessi) è diventata un caso di merito e di metodo. “Da regime”, secondo il premier Meloni, con Giovanni Donzelli che accusa il sito di “dire bugie”: “Non ci risulta che altri gruppi politici, precedentemente interessati dalle loro inchieste, abbiano subito lo stesso trattamento. Nessun altro è stato spiato in modo simile per mesi e mesi da una persona che si nascondeva dietro false generalità e ingannava la fiducia di minorenni e ventenni”.
Ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, Italo Bocchino è stato ancora più duro ed esplicito: «Innanzitutto dico che non sono d’accordo con i gesti rivelati dall’inchiesta di Fanpage e quei ragazzi vanno cacciati via. Dico anche che infiltrarsi tra minorenni non è certo una bella cosa. E per questo tipo di giornalismo è spazzatura giornalistica. È una mia opinione ma la penso così». A questo proposito c’è lo stesso Francesco Cancellato, che è il direttore di Fanpage.
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Il dibattito, già acceso, deraglia quando lancia un altro tipo di accusa contro i giovani meloniani: il saluto dei gladiatori. «Hanno l’abitudine di usare questo tipo di saluto», dice Cancellato, provocando la reazione irritata di Bocchino. “Ma scusatemi, non è vietato, non lo userei mai perché mi stringo la mano. Ma scusami, spiegami, che ti importa? E soprattutto, cosa ti dà fastidio?”
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C’è anche Lucio Caracciolo, che conferma che il saluto gladiatorio non ha nulla a che vedere con il Duce, a differenza del più noto saluto romano: «Esisteva prima del fascismo». Ed esulta Bocchino: «Per fortuna che c’è Caracciolo, ti farebbe venire voglia di cantare…».
