La palestra di scherma è fuori uso – .

CREMONA – Alla palestra di scherma l’affondo del ko arriva dal palazzo accanto, quello dove verrà costruito un obitorio. Nella piazza della Croce Rossa, con i temporali dei giorni scorsi, i lavori in corso hanno allagato la sede dell’Accademia delle Armi intitolata Gino Belloniil primo atleta cremonese a partecipare alle Olimpiadi, a Stoccolma nel 1912, e i suoi fratelli Alfredo E Antonio Di Dio EmmaPartigiani cristiani, soldati caduti durante la Guerra di Liberazione e schermidori di buon livello agonistico.

Angelo Garioni

Due centimetri d’acqua a terra, il quadro elettrico fuori uso, lezioni saltate. E danni interni per circa 10mila euro nella sede dell’Accademia delle Armi: 35 iscritti, di cui una quindicina bambini «L’Accademia è stata fondata nel 1835 ed è la quinta società più antica d’Italia», dice un «arrabbiato come una bestia» Angelo Garioni, architetto e presidente dell’Accademia. Nel 2021 il corpo principale dell’ex sede della Croce Rossa è stato venduto alle pompe funebri Pietra.

Uno degli uffici allagati

L’edificio in cui ha sede l’Accademia «è di proprietà del Comune di Cremona; Dal 2019 lo abbiamo in comodato d’uso, non paghiamo l’affitto, ma le utenze – spiega Garioni -. Il Comune si assume però l’onere di eseguire i lavori di manutenzione. Nel frattempo si sono verificate piccole perdite. Discussioni con il Comune, mille promesse, zero posti di lavoro in diversi anni. Ogni tanto mettiamo a posto, ma l’edificio è limitato”. Fatta la premessa, Garioni spiega: «Nel palazzo accanto hanno iniziato i lavori a febbraio di quest’anno e hanno montato l’impalcatura sul nostro tetto, ma non solo l’hanno montata. Qual è il problema? Il nostro tetto ha un secolo, è stato rifatto nel 1986, ma non ha la greca che protegge dalle infiltrazioni e sopra le tegole. Ha supportato direttamente le tessere Marsiglia. Cosa significa? Vuol dire che se rompi una tegola piove direttamente dentro, anche perché non c’è la soffitta morta: ho il cartongesso, piove direttamente. Non solo hanno montato le impalcature, hanno tolto le tegole probabilmente per andare direttamente sui travetti, hanno messo del cellophane che, prontamente, è volato via durante il primo temporale”.

Danni causati da infiltrazioni d’acqua

All’inizio di febbraio «la prima minima inondazione. Chiamo l’azienda, chiamo la proprietà: ‘Accontentarsi’. Niente”. Agli inizi di aprile «la seconda alluvione: richiamo sempre più arrabbiato, intanto scrivo al Comune che sa tutto. Mandano un muratore che, laconicamente. mi dice: ‘Ma smonteremo a giugno, luglio’. Ieri (sabato, ndr) mi hanno scritto che domani (oggi, ndr) smantelleranno, ma è impossibile. Lo dicono solo per tenermi calma. L’altro giorno mega temporale: ho fatto allagare completamente le stanze con due centimetri d’acqua nella sala della presidenza e nella sala dell’armeria. Si sono bagnati, si spera non distrutti, con i documenti storici che avevo nel mio archivio. Si bagnarono anche alcune cose importanti, come la prima fascia ricamata dagli orfani dell’Accademia della Prima Guerra Mondiale, perché eravamo caduti. Adesso è tutto fradicio, spero che non debba essere buttato via”.

Il pavimento si è allagato

«I mobili sono spariti – prosegue -, ovviamente è da cambiare il cartongesso. Il danno più grande? E’ saltato l’intero impianto elettrico. E se si guasta l’impianto elettrico, si guastano i contapunti, tutte le macchine elettroniche e i computer della scherma. Quindi non posso insegnare. Trovo i miei genitori furiosi, giustamente. Se non c’è punteggio, come puoi dire al bambino che hai torto qui, che hai torto lì? Non ho più la luce in palestra perché probabilmente i cavi si sono bagnati. 12 lampade si sono bruciate non appena sono state cambiate. Non c’è elettricità, perché l’azienda ha chiuso il mio contatore nel suo cantiere, al quale non ho alcun accesso. Ho chiamato l’azienda, niente. Ho avvisato l’architetto Corbari, mi ha detto che non sa nulla, mi hanno dato il numero del cliente, ma non risponde. Garioni non è rimasto fermo. “Mi sono attivato, ho fatto una perizia, ho avvisato il Comune”.

Lavori in corso per l’edificio accanto all’Accademia delle Armi in piazza della Croce Rossa

Parla di “molti danni: l’impianto elettrico è guasto, è tutto da rifare. Chi paga 8mila euro? I danni oscillano tra gli 8 e i 10mila euro. E poi c’è anche un problema di sicurezza, nel senso che c’è un tetto che perde, è rimasto inzuppato per quattro mesi. Il tetto dovrà essere rimosso. Diecimila euro sono i danni interni. Perché poi devi controllare le travi, ridipingerle tutte e cambiare tutte le piastrelle. Sembrerebbe che nessuno dall’altra parte voglia farlo. Nessuno è venuto a dirmi: ‘Non preoccuparti, architetto, ripareremo il danno’. Mi hanno detto semplicemente: ‘Quando smontiamo le impalcature, mettiamo le tegole’. Sì, va bene, ma per quanto riguarda i danni interni? Li ho avvertiti a febbraio, marzo e aprile. Adesso basta, perché sono arrabbiato come una bestia”. Adesso le stanze sono asciutte: stracci e secchi. «Ho pagato l’impresa», conclude Garioni, dando un’occhiata alle previsioni del tempo. Mercoledì pioggia, temporali. “Ci sarà un’altra inondazione.”

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