chi erano e cosa ci raccontano oggi – .

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Il Papa consegna a Gambetti la Bolla di indizione del Giubileo – Vatican Media

Celebriamo oggi la festa dei santi Pietro e Paolo, due pilastri della Chiesa di Roma, volti di una comunità cristiana fondata su Cristo, che ne rappresenta il principio di unità, ma aperta al mondo intero. Secondo i racconti evangelici, Pietro era fratello di Andrea (nel quale si riconosce la Chiesa d’Oriente e per questo oggi a Roma, come da tradizione, è presente una delegazione ortodossa del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli) e aveva incontrato Gesù sul lago di Galilea, rimanendo con Lui fino alla fine. Nei Vangeli è chiara la sua autorevolezza, così come la sua debolezza, che lo porta a rinnegare Gesù e poi a offrire la sua vita per il Risorto. Paolo, originario di Tarso, era invece un persecutore dei cristiani quando incontrò Cristo sulla via di Damasco. Dopo la sua conversione divenne annunciatore dell’universalità del messaggio di Cristo. Sia Pietro che Paolo morirono martiri a Roma tra il 64 e il 67. Questa mattina il Papa presiederà la messa per i santi patroni di Roma in San Pietro alle 9.30. Il cardinale Mauro Gambetti, francescano conventuale, arciprete della Basilica Vaticana e presidente della Fabbrica di San Pietro, spiega il significato attuale della celebrazione di questa festa.

Il Papa consegna a Gambetti la Bolla di indizione del Giubileo – Vatican Media

IOn mondo “sfilacciato” e “segnato dalla guerra”, in un cristianesimo vittima anche del “virus delle divisioni”, la memoria dei santi Pietro e Paolo costituisce un potente messaggio di “fratellanza umana” e di “unità ecclesiale”. Lo spiega il cardinale Mauro Gambetti, francescano conventuale, arciprete della Basilica Vaticana e presidente della Fabbrica di San Pietro, in un’intervista a Venirel’importanza della solennità celebrata oggi dalla Chiesa e in particolare dalla diocesi di Roma. In Pietro, aggiunge il cardinale, «possiamo trovare gli aspetti più esaltanti – l’entusiasmo appassionato e generoso – ma anche quelli meno commendevoli della nostra umanità, come la fragilità, la debolezza, la paura». Un’umanità «autentica», quindi aperta alla trascendenza. Perché proprio «in questa intersezione tra gli aspetti positivi e negativi della nostra umanità è possibile accogliere il divino».

Per il cardinale Gambetti, «con questa solennità noi cristiani riscopriamo e alimentiamo le ragioni della nostra speranza, le ragioni della nostra vita cristiana». Infatti «la nostra fede si fonda su ciò che Pietro, insieme a Paolo e a tutti gli apostoli, ci hanno trasmesso». Essi “hanno visto, toccato, riconosciuto il Verbo della vita, il Figlio del Dio vivente, Gesù Cristo”. E in questa luce, la solennità odierna “è la celebrazione del principio di unità della Chiesa, che abbraccia noi cattolici e tutte le confessioni cristiane”.

A questo proposito, l’arciprete della Basilica vaticana è rimasto molto colpito dal fatto che proprio ieri papa Francesco, ricevendo come da tradizione la Delegazione del Patriarcato ecumenico, abbia fatto sapere di voler accogliere l’invito di Bartolomeo a recarsi nei pressi del luogo in cui si svolse il Concilio di Nicea l’anno prossimo, in occasione del 1700° anniversario dello storico incontro. Secondo il cardinale Gambetti, questo annuncio «arricchisce la solennità che stiamo vivendo». Perché «celebrare Nicea insieme ai fratelli ortodossi significa fare memoria di un evento molto importante nella storia della Chiesa indivisa, quando fu formulato il nucleo del Credo che ancora oggi professiamo». E questo sarà un «momento rilevante verso l’unità che Gesù vuole per la sua Chiesa».

Quest’anno la Basilica si è preparata in modo speciale alla solennità odierna. «Già nel 2023 – spiega Gambetti – abbiamo creato un cammino petrino, a Via Petriin parte in collaborazione con il Vicariato di Roma, e in parte, a livello più liturgico, qui internamente». È stato così composto «un testo meditativo che ripercorre in dodici stazioni la vita del Principe degli Apostoli in rapporto a Gesù, così come la conosciamo attraverso i Vangeli e gli Atti degli Apostoli». In Basilica, invece, ogni mercoledì del mese di giugno è stato scandito da momenti di preghiera aperti ai pellegrini. Infine, durante la novena «il momento della predicazione è stato staccato dalla celebrazione eucaristica, affidandolo a don Fabio Rosini».

Oggi alle 9.30 Papa Francesco presiede la solenne liturgia con la tradizionale benedizione dei palli che saranno poi consegnati agli arcivescovi metropoliti. «È il momento centrale della festa», sottolinea Gambetti. E aggiunge: «Accanto a questo importante atto liturgico abbiamo pensato di proporre itinerari guidati ai luoghi legati alla presenza di Pietro e Paolo nell’Urbe». Questi due percorsi «si concluderanno qui in piazza dove a ciascuno dei partecipanti verrà consegnata una piccola pietra benedetta dal Papa, come segno e memoria di questa giornata vissuta nel segno di Pietro». Infine, domani sera ci sarà lo spettacolo teatrale “Pietro e Paolo a Roma”, scritto e messo in scena da Michele La Ginestra.

La prossima solennità dei santi Pietro e Paolo cadrà nell’Anno giubilare. Un evento che la Basilica sta preparando con particolare cura. «Sono in corso i lavori per rendere la Basilica sempre più splendida, sicura e accogliente», assicura l’arciprete. «La preparazione a livello pastorale e liturgico è in pieno svolgimento», aggiunge. Inoltre, spiega, «stiamo studiando come accogliere e accompagnare al meglio i tanti pellegrini che arriveranno». Così, «oltre ai penitenzieri avremo anche altri sacerdoti e religiosi che saranno al servizio dei fedeli: per una benedizione, per un ascolto, per una buona parola». Non solo. «Si stanno predisponendo progetti per far conoscere meglio ai fedeli i tesori della Basilica». Senza contare che si sta «progettando e definendo il sistema di comunicazione della Basilica». L’obiettivo è «raggiungere e poter interagire con il maggior numero di persone attraverso tutti i media, dai più tradizionali ai più moderni e innovativi».

Nelle ultime settimane ha suscitato scalpore l’arresto da parte del Vaticano di un cittadino italiano accusato di aver rubato un prezioso manoscritto dall’archivio della Fabbrica di San Pietro. Proviamo a chiedere, come ultima domanda, qualche dettaglio su questa vicenda. Ma il cardinale è laconico: «È una vicenda spiacevole, per tutti. Aspettiamo con fiducia l’esito delle indagini”.

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