una sepoltura non regale – .

Dopo cinque mesi venne sepolto Vittorio Emanuele di Savoia nella cripta della Basilica di Superga, in una zona di passaggio e non come richiesto dalla famiglia dietro l’altare della Sala dei Re, che ospita anche il sarcofago di Carlo Alberto di Savoia. La sovrintendenza è stata categorica nel rifiutare questa opzione per proteggere il patrimonio storico del luogo. Ma c’è chi ha visto in questo “no” anche un allontanamento dal principeuna vita trascorsa tra scandali e polemiche non proprio “vere”. «Non ha pace nemmeno da morto», sospira Ugo D’Atri, presidente delle guardie d’onore.

«Sono destinato a Superga», ripeté il principe riflettendo sulla fine, vedendo in quel luogo il traguardo che gli avrebbe restituito quel rango negato dalla storia e anche dalle sue azioni. Ma alla fine anche questo suo “sogno” è stato dimezzato da una collocazione nel Mausoleo che non riconosce altro che il suo cognome. Come a dire: “si è ammessi ma non troppo.

The funeral chapel for Vittorio Emanuele of Savoy: in Venaria the pain of Emanuele Filiberto

Emanuele Filiberto non vuole “dare fuoco” alla polvere, o meglio alle ceneri, per lui la vita è comunque altrove. Di recente si è lanciato nel business finanziario, con il lancio di “real card”, un conto di pagamento digitale. Perché alla fine quella corona che non c’è è comunque un marchio utile per fare business.

Perché il principe deve essere l’ultimo

Gianni Oliva

01 luglio 2024



Ieri il principe era solo ad assistere alla sepoltura; la madre Marina non sta molto bene, e le figlie verranno quando ci sarà la messa di suffragio in data da definire, probabilmente dopo l’estate. Non è arrivata neanche la moglie Clotilde Courau, rimasta in Francia e impegnata su un set. Quando a febbraio si sono svolti i funerali, celebrati in Cattedrale, tutti gli occhi erano puntati su Vittoria, più interessata a essere una regina di Instagram che a essere l’erede al trono sabaudo.

Il ricordo di Emanuele Filiberto ai funerali di Vittorio Emanuele di Savoia: “Mio padre tra Napoli e Torino”

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Una sepoltura avvenuta in gran segreto, senza nemmeno un fotografo che immortalasse il momento. Pioggia come colonna sonora dell’addio al figlio dell’ultimo re d’Italia, ai funerali e anche ieri, senza un raggio di sole a illuminare una vita vissuta nel grigiore dell’attesa, quella del ritorno in Italia dopo una vita di esilio, e quella del “perdono” degli italiani.

Un destino che lo ha visto lasciare l’Italia da bambino, e scelte che hanno tracciato un percorso discutibile. Il peso di un cognome, “Savoia”responsabili di aver firmato le leggi razziali, crimine mai perdonato alla stirpe, anche se le colpe dei padri non ricadono sui figli.



Emanuele Filiberto è stato contestato due giorni fa a Nervesa della Battaglia per l’inaugurazione del monumento al Milite Ignoto. Abituato a questa accoglienza, ha commentato diplomaticamente: “Non ho visto proteste. Personalmente, le adoro perché sono come i guerrieri da tastiera: finiscono sui giornali, fanno un gran baccano e poi non vedo nessuno. Voglio trovare il tempo per parlare con loro e capire perché devono discriminare una persona nata nel ’72, che ha un cognome importante, ma che viene qui per rendere omaggio?E ancora: «Li ringrazio, li saluto e spero di rivederli la prossima volta quando verrò a consegnare i defibrillatori, che grazie agli ordini dinastici abbiamo potuto acquistare ieri e che metteremo nelle piazze proprio qui».



E dopo Nervesa il principe di Piemonte e Venezia evidentemente non aveva alcun desiderio di ripetere la sepoltura del padre a Superga. Meglio una celebrazione intima e sobria, con ciò che resta dei fedeli monarchici, nostalgici di un piccolo mondo anticoIn un comunicato l’annuncio della sepoltura: «Sua Altezza Reale il Principe Emanuele Filiberto – conclude il comunicato – ringrazia ancora, oltre alle istituzioni che hanno reso possibile il rispetto delle ultime volontà del compianto Principe in merito alla sua sepoltura secondo la tradizione di Casa Savoia, tutti coloro che, in questi mesi, hanno partecipato al dolore e al lutto della famiglia reale, con particolare gratitudine ai tanti italiani – e, tra questi, ai tanti torinesi – che hanno espresso il loro cordoglio».

E adesso Vittorio Emanuele riposa nello stesso luogo di Amedeo d’Aosta, sepolto nella Sala delle Regine, il cugino che fino alla fine gli contestò la carica di pretendente al trono d’Italia. Il punto di non ritorno tra loro è stata la rissa in Spagna alle nozze dell’allora principe ereditario Felipe con Letizia Ortiz. “Ho visto mio cugino, era girato di spalle”, ha detto Amedeo, “gli ho dato una pacca sulla spalla per salutarlo. Lui si è girato e all’improvviso mi ha dato due pugni. Non ho reagito, è arrivata Marina Doria e l’ha portato via”. Una lite dinastica sepolta con loro, a Superga. L’ultimo atto di quella che è stata una tragedia, a tratti una commedia.

 
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