con il libero mercato il conto si paga di più. Ma tornare allo status protetto è una giungla – .

con il libero mercato il conto si paga di più. Ma tornare allo status protetto è una giungla – .
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Con un po’ di ritardo, ormai lo dicono tutti: il passaggio delle bollette dal servizio di maggior tutela, gestito dall’Autorità per l’energia (Arera), al mercato libero, gestito dai privati, porterà a una maggiore spesa per l’energia elettrica da parte delle famiglie italiane . Anche se a malincuore, o almeno così sembrava, il governo guidato da Giorgia Meloni ha decretato la fine del mercato tutelato sia per le forniture di gas che per quelle di energia elettrica. In questo modo prima il metano, a partire dallo scorso gennaio, e poi l’energia elettrica, a partire dal prossimo luglio, vedranno il passaggio ai privati ​​che ormai da diversi mesi hanno avviato una battaglia commerciale per accaparrarsi sempre più clienti. Il risultato, oggi più visibile che mai, è quello di aver trasformato il mercato delle bollette in una giungla dove call center poco trasparenti ma molto aggressivi cercano di convincere i nuovi clienti a cambiare azienda perché il risparmio è garantito. C’è solo un problema: non è così.

Non almeno per Arera, che si pronuncia in Cassazione in materia di spese in bolletta: nei prossimi tre mesi chi pagherà la bolletta elettrica in regime di tutela avrà un risparmio intorno al 20% (esattamente il 19,8% ). Arera ha così deciso per l’ultima volta il prezzo dell’energia elettrica per chi voleva restare ancora con i prezzi amministrati da un ente pubblico. Ultimo perché, a partire da luglio, il mercato tutelato resterà in vigore solo per chi rientra nella categoria dei “vulnerabili”, le famiglie in condizioni di particolare svantaggio che sono circa 4,5 milioni. Una cifra simile, che fino a pochi mesi fa era compresa nei prezzi Arera, si sta invece già spostando sul mercato libero sotto la pressione di un esercito di centinaia di piccole, medie e grandi aziende energetiche che si contendono nuovi clienti, oppure si passerà al servizio di tutela graduale (Stg), una sorta di limbo per i prossimi tre anni – salvo proroghe che in questo contesto non sono mai escluse – che seguirà regole a loro volta diverse sia da quelle del libero mercato che del primo mercato protetto.

Una giungla, insomma. A rimetterci sono le famiglie che, sedotte dalle promesse di risparmi facili e sempre crescenti, si ritrovano a pagare di più, come era ampiamente prevedibile in un mercato dove, cercando di semplificare, centinaia di operatori privati ​​pagano tutti per lo stesso bene – elettricità – allo stesso prezzo – il gioco di parole – vogliono convincerti che con loro pagherai meno. Un’inutile conferma è invece arrivata nei primi mesi dopo la transizione forzata al mercato libero per le forniture di gas iniziata a gennaio. Quello a cui abbiamo assistito è stato un boom di pratiche scorrette da parte degli operatori energetici a scapito degli utenti. Tra questi spiccano le modifiche unilaterali dei contratti non adeguatamente comunicate e l’attivazione non richiesta di contratti di fornitura.

Consumismo Non Profit ha diffuso un rapporto sul fenomeno relativo al primo trimestre 2024: nell’ambito del progetto +Tutela realizzato in collaborazione con “Reclami gas e luce” (portale specializzato nelle controversie tra utenti e gestori dell’energia) e Udicon – che raccoglie le segnalazioni degli utenti sui problemi legati alle forniture di energia elettrica e gas, Consumerismo ha tracciato un quadro da cui emerge come nei primi tre mesi dell’anno si sia registrata un’impennata di modifiche unilaterali dei contratti da parte dei fornitori: il problema centrale riguarda l’inadempienza da parte dei consumatori ricevere comunicazione di variazione tariffaria, pratica non conforme a quanto previsto dal codice di condotta commerciale istituito da Arera che prevede l’invio di una comunicazione scritta al consumatore almeno tre mesi prima dell’effettiva applicazione delle nuove tariffe , con efficacia delle modifiche soltanto dal primo giorno del mese successivo alla data di ricevimento della comunicazione. “La fine del mercato di tutela del gas, e l’imminente stop anche del mercato elettrico, stanno provocando una crescita preoccupante di comportamenti aggressivi e scorretti a danno degli utenti, che oltre a ledere i diritti dei consumatori, creano danni economici per milioni di euro per i cittadini coinvolti”, ha denunciato il presidente di Consumerismo Luigi Gabriele.

Adesso il timore è di rivedere lo stesso fenomeno nel mercato elettrico. In realtà una via d’uscita per le famiglie esiste ancora, ma è piena di ostacoli. Chi arriva dal servizio protetto Arera e non ha ancora scelto un operatore privato, perché non è convinto o perché teme di dover pagare di più, passerà automaticamente a un sistema di tutela graduale. Avrà come fornitore l’azienda che ha vinto l’asta pubblica nella sua zona e – probabilmente – risparmierà non solo rispetto alle offerte del mercato libero ma anche rispetto alla tutela precedente. Perché per accaparrarsi tanti clienti (circa cinque milioni) in base alla suddivisione del territorio italiano in 26 macroaree, gli operatori vincitori del concorso hanno proposto prezzi altamente competitivi, inferiori a tutte le altre offerte.

Ora: se sei rimasto deluso dal mercato libero puoi ancora (fino al 30 giugno) rientrare nel mercato tutelato e poi poter usufruire del Servizio Tutela Graduale, a partire dal 1° luglio. Insomma, per abbandonare l’operatore privato il cittadino dovrà fare due passi: prima chiedere all’attuale gestore del servizio di maggior tutela nella sua zona (Arera ha lanciato un motore di ricerca sul proprio sito) di ritornare nell’area protetta, fino a giugno. 30. Per poi passare automaticamente al suo fornitore Stg da luglio. Cambierà così tre operatori in pochi mesi. Potrebbe valerne la pena: “Secondo le stime dei prezzi al kilowattora rese note dal presidente dell’Arera, Besseghini, nel 2024 chi opera nel settore libero pagherà in media 135 euro in più”, ha detto Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale nei giorni scorsi Consumatori. Inoltre «a Roma, su 636 offerte del mercato libero, nessuna è più economica del Servizio di Maggior Tutela e l’offerta libera più economica costa 55,29 euro in più». Basta infatti dare un’occhiata al Portale Offerte, il sito istituzionale dove i clienti possono confrontare le offerte dei privati ​​in base alle loro esigenze e ai loro consumi per rendersi conto che al momento l’opzione tutelata è più conveniente.

Un meccanismo di reso piuttosto contorto ma che gli operatori, secondo le lamentele delle associazioni dei consumatori, non stanno certo favorendo. Perché molte famiglie, non debitamente informate dai canali istituzionali sui propri diritti, si rivolgono erroneamente al loro attuale fornitore del mercato libero per richiedere il passaggio allo status protetto. E le risposte che ricevono “spesso non solo sono sbagliate, ma inesatte, cioè che il mercato tutelato è finito e non vi si può più rientrare, il che è palesemente falso”, avverte l’UNC. In realtà, come ha più volte fatto sapere Arera, devi rivolgerti non al tuo fornitore ma all’operatore che effettua il servizio di maggior tutela nel tuo Comune.

Tutto, insomma, sta andando come previsto: una giungla dove i cittadini si trasformano in meri consumatori, anche se alle prese con beni di prima necessità come gas ed elettricità. Tant’è che la maggioranza che sostiene il governo, cioè coloro che decretarono la fine della tutela, ora lavorano per ridipingersi e passare per coloro che vogliono favorire il ritorno al servizio tutelato: secondo il deputato della Lega Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera “i dati illustrano attualmente una situazione in cui il mercato tutelato è più competitivo di quello libero, nonostante la liberalizzazione”. “Considerata la situazione storica che stiamo vivendo, è preciso dovere delle istituzioni competenti informare adeguatamente le famiglie sulle opportunità di risparmio che si presentano. Oltre al sistema di tutele graduali, che consentirà dal 1° luglio e per i prossimi tre anni di beneficiare delle aste competitive, però, è già forte oggi il tema del risparmio. Da un’analisi quantitativa dei dati disponibili, infatti, risulta che ad oggi non esistono offerte sul mercato libero più convenienti di quelle di maggior tutela: confrontando la migliore offerta del mercato libero con la spesa complessiva stimata per maggiore tutela, emerge che tutelato è sempre sensibilmente più conveniente”.

Per il parlamentare leghista “serve quindi una corretta informazione affinché i cittadini possano fare scelte consapevoli e attente. Grazie ad una battaglia della Lega e mia, dopo due audizioni in commissione del presidente di Arera Besseghini e in quella del ministro Pichetto Fratin, nonché dopo una conferenza stampa che ho convocato alla Camera con le Associazioni dei consumatori , oggi sul portale Arera sono finalmente disponibili le istruzioni per individuare, comune per comune, il proprio gestore della tutela rafforzata affinché chiunque fino al 30 giugno, se lo riterrà più conveniente, potrà farlo rientrando compilando l’apposita domanda”.

Fratelli d’Italia si batte anche per una doverosa informazione e per la vigilanza sulle pratiche scorrette: “Pur essendo d’accordo con la liberalizzazione del mercato dell’elettricità e del gas, ritengo che vada evitato il mercato selvaggio, che attacca i consumatori con offerte ingannevoli che, invece che essere più conveniente per i consumatori, registriamo, dai dati ufficiali dello scorso anno e dai dati dei primi mesi di quest’anno, rivelarsi più caro del mercato tutelato (tasso fissato dall’Arera)”, ha detto il deputato di FdI Massimo Milani , segretario della Commissione Ambiente. “Leggiamo anche sui media lamentele di consumatori che non riescono a rientrare nel mercato di maggior tutela per poi passare al mercato di tutela graduale dopo il 30 giugno, scadenza del servizio di tutela”.

Tag: mercato gratuito fattura pagato restituzione protetto status giungla

 
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