il Superbonus è un mostro. «Nessun compromesso o rinuncia» – .

I toni di Ministro dell’Economia salgono ogni giorno di più. IL Superbonusche già dopo i brutti segnali di agosto gli avevano dato “mal di pancia”, oggi invece Giancarlo Giorgetti è diventato “un mostro che ha distrutto le condizioni delle finanze pubbliche». Inoltre. Una droga psichedelica, un “LSD” per i conti dello Stato. “Lassismo, sussidi e debito devono finire!” tuona Giorgetti alla Camera, che ieri ha dato via libera al Def. Anche grazie al Superbonus, il deficit 2023 è appena stato aumentato di 4,5 miliardi al 7,4%, il più alto dell’Ue, e potrebbe non finire qui. Anche le agenzie di rating cominciano a preoccuparsi, e Giorgetti è ormai deciso a porre definitivamente fine alla vicenda. Sul decreto che blocca sconti su fatture, cessioni di crediti e lavori non iniziati, non accetterà un allargamento dei legami, ma prepara piuttosto un nuovo inasprimento. E lo ha già fatto capire ad alcuni colleghi di governo e ai parlamentari della maggioranza più vicini non è disposto a scendere a compromessia costo di mettere in gioco la propria posizione.

La partita, nel momento in cui ripartono le regole Ue sulla finanza pubblica, è cruciale. Secondo l’agenzia di rating Fitch è fuori controllo al 110%. spingendo il debito troppo in alto, al 142,3% nel 2027 (ma l’agenzia non esclude una revisione al rialzo del Pil nel 2023), mentre il governo ipotizza il 139,6%. Serve quindi un intervento “per ridurre il rapporto debito/Pil già nel breve termine” ripete Giorgetti. Ciò avverrà allungando da 4 a 10 anni il periodo di recupero dei crediti d’imposta del 110% già in circolazione. Intervento drastico, ma necessario per evitare il deragliamento secondo il ministro.

Dei 355 emendamenti presentati al Senato al decreto Superbonus resterà quindi ben poco. Coloro che mirano a allenta la presa, ma chi non ha copertura finanziaria, non verrà nemmeno esaminato.

Dopo questa selezione ne rimarranno solo una trentina, per le quali bisognerà poi verificare la qualità delle copertine. Molto difficile trovarne di buoni. Anche il governo adesso non ha risorse gratuitetanto da spingere il bonus alla terza media.

Le priorità dell’esecutivo sono diverse. «Va bene il 110% che fa schizzare alle stelle il Pil, ma poi mi mancano i soldi per la sanità, la scuola, la cultura, il sostegno alla natalità, ai redditi bassi, al lavoro» dice Giorgetti alla Camera. E il quadro delle nuove regole Ue non aiuta: «Non è coerente – dice – con la investimenti necessari per ambiente, digitale e difesa, anche se è meglio che tornare alle vecchie regole.” Per definire gli obiettivi di finanza pubblica bisognerà attendere le linee guida Ue di giugno. «L’attesa è meglio dell’incertezza» dice Giorgetti. Ma gli è già chiaro che nei prossimi anni ci aspetta un percorso molto duro.

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