“Non c’è più domanda”. Ma c’è chi sospetta – .

“Non c’è più domanda”. Ma c’è chi sospetta – .
“Non c’è più domanda”. Ma c’è chi sospetta – .

Vaccino Astrazeneca sì, vaccino Astrazeneca no, vaccino Astrazeneca ritirato. Cosa sta succedendo al prodotto anti-Covid del colosso anglo-svedese? L’indiscrezione finisce in prima pagina nell’edizione odierna del quotidiano La verità: “Nel silenzio quasi generale, l’azienda farmaceutica ha chiesto e ottenuto la revoca dell’autorizzazione alla commercializzazione del vaccino denominato Vaxzevria. Ha presentato la sua domanda il 5 marzo 2024 e la Commissione europea ha concesso la revoca il 27 marzo”. Poche ore dopo arriva un chiarimento da parte dei diretti interessati, che confermano il ritiro, spiegando in sostanza che non serve più. “Considerata la quantità di vaccini disponibili ed efficaci per le nuove varianti del Covid-19, non c’era più alcuna domanda per il vaccino Vaxzevria, che di conseguenza non è stato più prodotto né distribuito”, dice all’Adnkronos l’azienda, spiegando che “non prevedendo futuri domanda” del prodotto, è stato “deciso di ritirare l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’Unione Europea”.

Negli ultimi giorni era tornato in auge il tema della sicurezza del vaccino anti-Covid, in particolare quello messo a punto da Astrazeneca. L’azienda aveva per la prima volta confermato la possibile relazione “in casi molto rari” tra il suo vaccino, il primo approvato nel Regno Unito e in Europa durante la pandemia, e la sindrome trombotica con trombocitopenia (Tts) come “effetto collaterale”. L’azienda ha però negato ogni responsabilità giuridica, trincerandosi sia dietro le avvertenze contenute nel foglietto informativo, sia dietro le tutele garantite dal governo britannico nell’ambito dell’emergenza Covid. Tutto avviene mentre l’Alta Corte del Regno Unito sta esaminando le denunce contro il colosso anglo-svedese da parte delle vittime di eventi avversi legati al vaccino Vaxzevria, riunite in un’azione collettiva potenzialmente milionaria. Proprio ieri, riferisce il Daily Telegraph, i legali di un primo nucleo di cinquantuno famiglie hanno annunciato che avrebbero rinunciato a dare seguito alla richiesta di risarcimento danni contro Astrazeneca, di fronte alla prospettiva concreta di vedere respinti i loro ricorsi e di dover sopportare pesanti costi legali. Le famiglie hanno comunque difeso le loro ragioni, rifiutando l’etichetta di “complottisti” e dicendosi dispiaciute di aver dovuto rinunciare a causa dei “cavilli tecnici” con cui sia l’azienda che il governo avrebbero potuto farsi scudo. Hanno poi insistito sulla richiesta di trasparenza e sottolineando la legittimità della battaglia legale che altri cittadini stanno portando avanti, anche fuori dal Regno Unito.

La verità precisa che, con la revoca della commercializzazione del vaccino, “Astrazeneca non avrà più l’obbligo di presentare i risultati di quello studio che avrebbe potuto dare risposte ancora più preoccupanti sulla frequenza di Tts nei vaccinati con il suo farmaco. Ha detto alle persone colpite: “La sicurezza dei pazienti è la nostra massima priorità e gli enti regolatori hanno standard chiari e rigorosi per garantire l’uso sicuro di tutti i medicinali, compresi i vaccini”.

Gli effetti collaterali dei vaccini anti-Covid sono ancora allo studio, «se ne legge sulle riviste scientifiche e se ne parla facilmente», ricorda Antonio Cassone, immunologo e membro dell’American Academy of Microbiology, sulle pagine di Repubblica. Infatti, spiega l’esperto, “i vaccini sono farmaci e come tutti i farmaci hanno effetti collaterali che vengono giustamente definiti anche indesiderati”, ma è importante ricordare “cosa sono, da cosa ci proteggono e come il beneficio che ne ricaviamo”. loro come comunità è sempre molto più grande dei pochi rischi che alcuni corrono”.

L’immunologo cita uno studio globale su 250 milioni di dosi somministrate in una decina di Paesi tra Europa (l’Italia non è presente), Canada, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda che mirava a stabilire quali eventi patologici fossero più frequenti entro 42 giorni dalla vaccinazione dose ricevuta (fino alla quarta dose) rispetto alla frequenza degli stessi eventi nella popolazione non vaccinata. I dati evidenziano cinque patologie avvenute più frequentemente del previsto: “Due in area neurologica (sindrome di Guillain-Barrè, una neuropatia curabile, dopo la prima dose del vaccino Astra-Zeneca, e una encefalomielite acuta disseminata, una grave infiammazione cerebrale, alla terza dose di vaccino Moderna), due in ambito cardiologico, effetti collaterali già molto noti e accertati, come miocardite (soprattutto dopo la seconda dose di vaccino Moderna), e pericardite, dopo la prima dose di vaccino Astra Zeneca, ed infine una in campo ematologico, anch’essa ben nota, di trombosi del seno venoso cerebrale, dopo la prima dose dello stesso vaccino”, scrive l’esperto. Sono state segnalate altre patologie ma con frequenza troppo bassa per stabilirne con certezza l’incidenza. Insomma, «non servono commissioni d’inchiesta, bastano studi scientifici. E un risarcimento a chi ha avuto effetti avversi causati dal vaccino. Ricordando che hanno salvato milioni di vite”, conclude Cassone.

 
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