Bce, Borse al ribasso? E Christine Lagarde ci mette il peso – .

Bce, Borse al ribasso? E Christine Lagarde ci mette il peso – .
Bce, Borse al ribasso? E Christine Lagarde ci mette il peso – .

Azioni in calo Spread sempre più in alto. Mentre ieri le principali Borse europee aumentavano le perdite con il passare dei minuti, il differenziale tra il BTP decennale e il Bund con la stessa scadenza è arrivato a 150 punti. Così si è diffusa la grande paura sui mercati finanziari europei. Una lunga intervista rilasciata al Domenica 24 ore dal presidente della Banca centrale europea Cristina Lagarde e le elezioni anticipate in Francia, indette lunedì dal presidente Macron, dopo la sconfitta subita dal suo partito alle elezioni europee. “Come puoi fornire una guida lungimirante quando c’è a livello di incertezza molto elevato?”.

Ciò che ha appesantito i listini è stata la domanda che Lagarde si è posta e forse ancor di più la risposta che si è data: “Significa legarsi le mani, e intanto il vento e le onde sballottano la barca e le vele non si regolano. Siamo tutti d’accordo sul fatto che esiste un enorme grado di incertezza e c’è un consenso generale sul fatto che, data la situazione, la forward guidance non può aiutarci”. Poi su crescita salariale e inflazione ha aggiunto: “Non dichiariamo ancora la vittoria, e non confondiamo l’albero con la foresta, per usare un simpatico detto inglese.” Tradotto: “Non abbiamo ancora concluso il ciclo di politica monetaria restrittiva. Se guardiamo ai tassi di interesse reali, siamo ancora in territorio restrittivo e dovremo restarci per tutto il tempo necessario riportare l’inflazione al 2%“, ha sottolineato il numero uno dell’Eurotower. Era nell’aria il timore che l’istituto di Francoforte prendesse tempo e rinviasse all’autunno i tagli successivi al quarto di punto deciso la settimana scorsa. Ma una cosa è temere un rinvio. La conferma è un’altra. E ciò è bastato perché i mercati europei cadessero in territorio negativo. Al termine di una giornata frenetica, si apre il Ftse Mib di Milano l’indice che perde di più: -1,94%, con un leggero recupero in chiusura.

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A Parigi il Cac 40 lascia sul terreno l’1,33%, mentre a Francoforte il Dax limita la perdita allo 0,66%. Chiusura pesante anche per l’Ibex di Madrid (-1,60%). Lunedì è stata Parigi a fare decisamente marcia indietro, attanagliata dall’incertezza dopo l’annuncio dell’Eliseo sulle elezioni di fine giugno. Ieri il il pessimismo si è diffuso all’intero Vecchio Continente. E ad approfittare della crescente tensione furono gli hedge fund che da settimane scommettono contro i titoli del debito sovrano dell’Eurozona. Non è un caso che lo spread, a un certo punto, sia salito del 6,5% attestandosi intorno ai 150 punti base, con il BTP decennale balzato al 4,16%. Soffriva anche la moneta unica. L’euro non è riuscito a mantenere i guadagni realizzati all’inizio della sessione e ha esteso le perdite a 1,073 dollari, il livello più basso in più di un mese.

Il ragionamento degli operatori è più o meno questo: anche se Macron manterrà la presidenza e l’autorità sulla politica estera e di difesa, la sua capacità di legiferare potrebbe soffrire pesantemente dell’esito elettorale e della nomina di un nuovo primo ministro, soprattutto se il partito di Marine Le Pen, che sta per firmare un accordo elettorale con le Repubbliche. Restano inoltre timori che il presidente possa dimettersi se il suo partito dovesse nuovamente fare male alle elezioni, sollevando così timori sulla situazione del bilancio francese.

Soprattutto dopo la bocciatura di Standard & Poor’s che a inizio mese ha declassato Parigi per debito eccessivo e lentezza nelle riforme. Ma se la scintilla della crisi è scoccata a Parigi, l’ondata di pessimismo non ha risparmiato nessun Paese. Il rendimento del Bund decennale tedesco (sostanzialmente gli interessi sul debito) è aumentato del 4,5% in una settimana, quello dell’OAT francese di circa il 9% e quello del BTP decennale italiano di circa il 7%. Una tendenza che si è verificata anche anche negli Stati Uniti. Dimostrando che le tensioni sono globali.

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