Abbiamo un Banksy di Avellino? – Orticalab.it – .

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Stencil. In bianco e nero, solo un accenno di rosso vivo – quando e se serve – tra le linee che disegnano le persone, piccole scene sui muri delle città. Il messaggero è QUIROil messaggio è tutto nel contraddizioni della società in cui viviamo e del tempo che attraversiamo. Forse, però, questi atti creativi riescono a dire qualcosa anche sul luogo in cui l’anonimo artista ha scelto di collocarli. Allora, guarda Avellino.

UN punk chi suona il rosario, a Don-Trapper con l’abito da prete e una catena appesantita dal simbolo del dollaro al collo, il giovane scrittore con in mano la bomboletta spray mentre viene rimproverato da un agente per aver deturpato il muro. La bandiera della pace esposta e una pistola in tasca, un amore tenero che offre fiori in cambio di cuori sui social.

Questo è quello che abbiamo trovato in giro, ma potrebbe esserci molto di più, saremmo felici: metti la vernice ovunque .

Foto di Giovanni Centrella

Non sono immediatamente visibili, sono all’angolo di un edificio, in basso vicino a un marciapiede, sul marmo di un muro qualsiasi tra le altre etichette. Eppure colpiscono, arrivano dove devono arrivare e ci restituiscono una piccola speranza: che non tutto è perduto, tanto per cominciare. E che ogni punto di vista può ancora essere ribaltato, soprattutto nell’attuale capoluogo dell’Irpiniadove tutto sembra piatto.

Potrebbe, per il suo stile e il suo contenuto, ricordarlo in qualche modo Banksy: QUIRO sembra sconvolgere l’ordine delle cose, gioca con realtà apparentemente intoccabili, si diverte a distorcere le icone, cerca di irridere il concetto di autorità. A suo modo distorce i significati, trascinandosi dietro l’idea che nessuno è davvero in grado di dirti cosa devi fare e tanto meno di dirti come dovrebbe essere la città.

Foto di Giovanni Centrella

Più o meno come il tentativo di ingabbiare la street art una mostra all’ex Cinema Eliseo: non va bene, mai. E ora lo sappiamo tutti.

Dopotutto la città è costellata di murales, dai semplicissimi graffiti alle opere più strutturate, nei parchi o sugli edifici, vengono commissionati, realizzati su edifici privati, istintivi o voluti dall’amministrazione comunale. E c’è un quartiere in particolare che da sempre è interessato da questa forma di creatività urbana, è San Tommaso – con il suo muro che cinge il quartiere – dove si alternano le opere di tutte le generazioni avellinesi: iconiche, riconoscibili, identificative.

Dovere lasciare spazioa QUIRO – il nostro artista senza volto – e anche a quiratose mai emergesse un nuovo artista di strada. L’arte è sempre conoscenzanon solo espressione.

La street art, allora, si pratica senza doversi misurare o confrontare, senza dover spiegare un istinto, ognuno con il proprio obiettivo, fuori dalle regole stringenti, senza accademia, senza manifesti. Intellettualmente onesto e libero, chi abita i luoghi deve percepirlo, sentirlo, appropriarsene. Di solito resta fuori dai musei proprio per questo motivo, per interagire, per restare pubblico, democratico, per avviare una forma di cambiamento sociale e culturale.

Potrebbe non essere l’eroe che meritiamo, ma lo è QUIRO ne abbiamo bisogno Ora. Il nostro spiraglio di luce.

Foto di copertina, Giovanni Centrella

 
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