Addio all’architetto Italo Rota, che rivoluzionò i Musei Civici di Reggio Emilia – .

Addio all’architetto Italo Rota, che rivoluzionò i Musei Civici di Reggio Emilia – .
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Reggio Emilia, 7 aprile 2024 – È morto a Milano, dove è nato nel 1953, Italo Rotafigura centrale della cultura contemporanea, architetto che ha viene firmata la riorganizzazione del Palazzo dei Musei della nostra città.

Insieme ad Elisabetta Farioli, allora direttrice dei Musei Civici, ha voluto lasciare traccia del suo lavoro nel volume ‘Io sono Museo’, che ha presentato alla città nel giugno di due anni fa.

Ed è proprio per ricordarlo Elisabetta Farioli: “Era un uomo di altissima cultura e amava moltissimo il nostro museo. Non sono mai riuscito a considerarlo un’archistar. Si presentava puntuale al lavoro la mattina e non si sottraeva a nessun impegno, anche nei fine settimana e nei giorni festivi.

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È stato sempre animato da spirito di collaborazione, che non escludeva nessuno dello staff dalle scelte: sempre condivise, perché eravamo un collettivo. Ho imparato molto da lui. Non si accontentava mai, metteva sempre in discussione il risultato appena raggiunto per vedere se si poteva alzare ulteriormente l’asticella. All’inizio ero anche un po’ scocciato, poi la sua continua voglia di metterci alla prova è stata una lezione di vita. Ha avuto un intuito molto forte nel trovare i collegamenti tra le tracce della nostra storia. Era anche un collezionista e ha saputo valorizzare le nostre importanti collezioni mettendole in relazione con le altre sale, creando percorsi capaci di interessare un pubblico non solo locale”.

Il progetto di Italo Rota ha rilanciato l’identità del nostro museo cittadino, ridefinendone il ruolo e lo spazio, riuscendo a creare una sorta di crocevia dove storia, patrimonio artistico, tecnologia, tradizioni, passato e presente possano parlare al futuro, alle nuove generazioni. Italo Rota a Reggio Emilia ha lanciato una nuova idea di museo – a cui altre città hanno guardato – capace di raccontare la storia del nostro territorio.

“Abbiamo lavorato più come un film, che viaggia nel tempo e nello spazio, in modo che le persone possano entrare in contatto sia con le cose che con le storie”, ha detto ai giornalisti il ​​2 maggio 2014, il giorno dell’inaugurazione.

Un archivio vivo, capace di parlare ai visitatori di ogni età, perché organizzato su più livelli narrativi e trasversale a più discipline.

Il presidente di Triennale Milano, Stefano Boeri, ha dichiarato: “Avremo sicuramente l’agenzia funebre in Triennale, che è casa sua”.

 
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