“Ground Zero” di Wim Wenders torna in mostra a Villa Panza – .

“Ground Zero” di Wim Wenders torna in mostra a Villa Panza – .
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New York, 8 novembre 2001, l’opera fotografica in cinque atti di Il regista e fotografo tedesco Wim Wenders torna in mostra a Villa Panza fino al 12 maggio 2024.

Lo spazio spoglio e intimo della piccola Scuderia della villa è quasi trasfigurato in una cappella, che induce silenzio e riflessione al cospetto delle cinque gigantesche fotografie scattate dall’artista all’indomani dell’11 settembre 2001, che ritraggono Ground Zero con le macerie fumano ancora. Una preghiera per immagini, un monito contro la violenza del terrorismo, e la visione suggestiva, potente, di un dramma collettivo, che oggi come allora, purtroppo, interessa e coinvolge tutti.

Una testimonianza storica eccezionale, perché Wim Wenders, fingendosi assistente dell’unico fotografo incaricato dalla Città di New York, fu l’unico a poter scattare altre immagini della zona altrimenti interdetta a pochi giorni dalla tragedia. È una visione artistica di grande suggestione, che grazie all’utilizzo di una telecamera panoramica allarga lo sguardo senza perdere il dettaglio crudo e scardina la percezione di quelle rovine, immortalandone perfino il fascino: la potenza della luce che penetra tra le macerie e induce speranza per il futuro, per l’umanità.

L’opera in cinque scatti è stata donata dal regista e dalla moglie Donata Wenders al FAI nel 2015, in seguito all’esposizione delle sue opere a Villa Panza, intitolata “Wim Wenders. AMERICA” e interamente dedicato a rappresentare la sua visione, di artista europeo affascinato dall’America, sensibile osservatore e interprete di quella cultura. Proprio come Giuseppe Panza di Biumo, che dalla fine degli anni Cinquanta, in visita in America, rimase affascinato da quella terra di spazi immensi, di natura e luce, di colori e contrasti, in cui giovani artisti allora sconosciuti, oggi maestri, si esprimevano nuove forme d’arte: con lungimirante intuizione e profonda sensibilità acquistò le opere, e iniziò così la sua eccezionale collezione, conosciuta in tutto il mondo, diffusa nei più grandi musei internazionali, ma pienamente rappresentata qui nella sua casa di famiglia, sul Colle di Biumo , a Varese.

 
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