in Olbia the lesson of Giovanni Maciocco La Nuova Sardegna – .

in Olbia the lesson of Giovanni Maciocco La Nuova Sardegna – .
in Olbia the lesson of Giovanni Maciocco La Nuova Sardegna – .

Olbia. Leggi o ascolta Giovanni Maciocco, osservare le sue opere è come immergersi nel significato più profondo dell’abitare, ovvero “prendersi cura dell’intero territorio e non solo di quello che abbiamo sotto gli occhi”. Ingegnere, architetto e urbanista, fondatore e preside della facoltà-dipartimento di Architettura di Algheroprofessore emerito dell’Università di Sassari, al culmine di una brillante carriera è stato insignito del prestigioso premio In/Arch 2023 Sardegnapremiato dall’Istituto Nazionale di Architettura. Olbiala sua città natale, gli ha reso omaggio ospitando una mostra retrospettiva itinerante dal titolo “Abitare il territorio”, che attinge alla suggestione ma soprattutto all’idea fondante del pensiero e dell’opera di Maciocco. L’uomo, la città e il territorio, secondo una linea di continuità e un’evoluzione che diventano manifesto dell’abitare contemporaneo.

La motivazione del premio conferito da In/Arch è la sintesi di 50 anni di carriera. «La giuria ha premiato Giovanni Maciocco anche per la sua capacità di concepire e realizzare opere architettoniche contemporanee di qualità, radicate nel territorio e nella vita delle persone che lo abitano. E di farlo attraverso un proficuo dialogo interdisciplinare con gli altri detentori del sapere: geologi, botanici, epistemologi, ingegneri, antropologi, storici dell’arte. E ovviamente con le aziende e i lavoratori che traducono i progetti in realtà». La mostra e il catalogo sono iniziative di In/Arch Sardegna e Canne Sardegna (Associazione Nazionale Imprenditori Edili), sviluppato insieme a Leap – Laboratorio Internazionale di Progettazione Ambientale del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari. Sia la mostra che il catalogo sono stati curati da Antonello Marottaprofessore presso l’Università di Sassari, e da Paola Mura, architetto e membro del consiglio direttivo di In/Arch Sardegna. Inaugurata a fine maggio, la mostra avrebbe dovuto chiudere i battenti domenica 30 giugno per trasferirsi a Roma (poi a Barcellona, ​​Lisbona, Cagliari e Sassari/Alghero), ma visto lo straordinario successo di pubblico e critica il Comune di Olbia ha deciso di prorogare l’apertura fino al fino al prossimo 21 luglio. La delibera è stata pubblicata proprio nei giorni scorsi.

Una decisione accolta con favore soddisfazione dallo stesso Giovanni Maciocco. «Ringrazio il Comune di Olbia, In/Arch Sardegna e Ance Sardegna, l’Università di Sassari, l’hub Uni Olbia, il Cipnes e tutte le istituzioni e le persone che hanno contribuito alla realizzazione della mostra, a cominciare dai curatori di la mostra e il catalogo Antonello Marotta e Paola Mura – dice il professore – ma soprattutto vorrei ringraziare i visitatori che ci hanno onorato della loro presenza». «Un successo – specifica Maciocco – dovuto allo spirito di collaborazione che ha animato il progetto fin dalla sua nascita. Il mondo oggi spinge sulla competizione, ma credo che con la cooperazione si ottengano risultati migliori: in termini funzionali si ottiene molto di più. In particolare, lo spirito di collaborazione consente a situazioni considerate periferiche di raggiungere risultati paragonabili ad altre situazioni dove domina l’egemonia del modello competitivo». È stata espressa anche soddisfazione Andrea Casciu e Pier Paolo Tiloccarispettivamente presidente di In/Arch Sardegna e Ance Sardegna: «Il grande interesse del pubblico, delle istituzioni e della stampa ci conforta sulla qualità delle iniziative legate ai premi In/Arc per la Sardegna, e ne conferma la capacità di promuovere la cultura del progetto e della buona architettura». Il percorso espositivo occupa un’ampia sala al piano terra del museo archeologico di Olbia, prima opera complessa realizzata dallo stesso Maciocco. L’insieme è affascinante e suggerisce l’idea di un viaggio nel tempo alla scoperta del territorio da abitare e vivere: una sala illuminata da enormi vetrate che si affacciano sul mare che circonda l’isola Peddone dove è “ormeggiato” il museo galleggiante, che ricorda il profilo di una nave da sogno pronta a salpare e navigare verso nuovi orizzonti, oltre il Golfo di Olbia.

Il museo archeologico è un’opera di grande suggestione con i resti dell’antico Navi romane custoditi all’interno delle stanze e la prospettiva della città nuova e moderna alla radice dell’Isola Bianca. Passato, presente e futuro riassunti in un’unica costruzione. Non solo, il museo rappresenta anche il rapporto tra l’uomo, la città e il mare, un vero manifesto del vivere il territorio. All’interno, tra fasci di luce e chiaroscuri, si muove il “corpus” delle opere dell’architetto. Immagini, progetti, prospettive, schizzi, schizzi, un viaggio suddiviso in 55 pannelli grandi che offrono al visitatore una panoramica su mezzo secolo di carriera di uno dei maestri dell’architettura contemporanea. Un pannello dopo l’altro sfilano edifici pubblici, come la sede della Facoltà di Architettura dell’Università di Sassari, realizzata negli antichi bastioni di Alghero, o il Terminal Crociere di Porto Torres; abitazioni private come la Casa dell’Emiciclo a Sassari e la Casa in via della Stazione nel centro storico di Olbia, progetto presentato alla Biennale di Architettura di Venezia nel 1996; poi edifici immersi nella natura, come l’Arboreto Mediterraneo del Monte Limbara, il parco paleobotanico dell’Anglona e l’orto botanico del parco nazionale della Maddalena.

Poi ci sono gli spazi pubblici da riorganizzare e riqualificare come la piazza del Comune a Loiri Porto San Paolo, il lungomare di Palau e quello di Portoscuso nel Sulcis Iglesiente, la piazza del Popolo a Berchidda, conosciuta in tutto il mondo anche perché da decenni è teatro dei migliori concerti del festival. Tempo nel jazz. Un “luogo del cuore” dedicato alla musica, alla cultura, alla gioia di vivere e stare insieme sotto le stelle. Uno di quei momenti magici in cui la Sardegna incontra il mondo. E poi i restauri delle chiese (Nostra Signora di Sivvarru a Ossi e San Gabriele Arcangelo a Sagama), il restauro della fortezza di Capo d’Orso a Palau, i progetti per gli edifici scolastici a Tempio, a Bortigiadas (la scuola è in mezzo a un bosco) e a Jerzu, in Ogliastra. Perfino il ristorante Scoglio Lungo con vista sul mare a Porto Torres.

Le immagini delle opere scorrono davanti agli occhi dei visitatori e “Abitare il territorio” diventa sempre più un dialogo continuo tra uomo e natura, tra città e paesaggio. Il racconto del legame tra la fabbrica urbana e il natura. Nasce così il progetto della città ambientale della Barbagia, che collegherà idealmente otto centri abitati (Tiana, Sarule, Ovodda, Oniferi, Olzai, Ollolai, Lodine e Gavoi) attraverso un elemento naturale come il flusso dell’acqua che scorre libera o imbrigliata dall’opera dell’uomo. Tante opere, ma anche riflessioni che nel tempo sono state di stimolo per molti colleghi e molti studenti di architettura. Giovanni Maciocco, infatti, è autore di articoli e saggi pubblicati in varie lingue. Tutto il materiale (insieme a disegni, schizzi, progetti e istruzioni di costruzione) raccolto in quattro grandi album sfogliabili di 50 pagine ciascuno, a disposizione dei visitatori della mostra. Una parte documentaria proposta come “quaderni d’autore” che completa il corpus della mostra e rimanda al principio diabitare il territorio come scelta pensata, ragionata, idealizzata, vissuta quotidianamente prima di essere costruita.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT La Cattedrale costituisce un “modello” d’eccezione per i giovani artisti della scuola dell’acquerello – .