caos e polemiche a Miami – News – .

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L’arrivo dell’ex presidente

Un ex – e forse futuro – presidente degli Stati Uniti, diverse modelle di OnlyFans in abiti piuttosto succinti e star dello sport, della musica e del cinema in ordine sparso. Questo è stato – in estrema sintesi – il contesto ‘ambientale’ in cui si è svolto il GP di Miami, che passerà alla storia per la prima vittoria in carriera di Lando Norris ma anche per la caos – mediatico e non – provocato da Donald Trump all’interno del paddock del circuito della Florida. La presenza in circuito del 45esimo presidente degli Stati Uniti – che il prossimo novembre cercherà il suo secondo mandato dopo aver vinto le elezioni del 2016 e perso quelle del 2020 – aveva fatto discutere già nei giorni precedenti la gara, quando la F1 aveva è stato bloccato il tentativo di organizzare una raccolta fondi in suo favore all’interno del circuito da uno dei suoi amici e sostenitori.

Trump, attualmente sotto processo a New York per un presunto pagamento illecito effettuato nel 2016 all’attrice porno Stormy Daniels, è infatti comparso sulla pista da ballo poco dopo le 14, ora locale, scatenando una polemica.attorno a lui una confusione impressionante e non mancando di provocarne anche alcuni “tensione” a livello diplomatico. Il candidato repubblicano alle elezioni del 2024 lo era infatti ospitato all’interno del garage della McLaren, alla presenza dell’amministratore delegato della squadra, il californiano Zak Brown. La sua apparizione ha – prevedibilmente – diviso il pubblico, sia in pista che sui social, scatenando sia sostenitori che detrattori. La McLaren dovette addirittura pubblicare una comunicato stampa ufficiale spiegando la loro posizione riguardo alla presenza di Trump nella scatola.

Il comunicato stampa della McLaren, la sincerità di Verstappen

La McLaren è un’organizzazione apolitica – si legge nella nota – tuttavia riconosciamo e rispettiamo la carica di Presidente degli Stati Uniti, per questo quando è stata avanzata la richiesta di visitare il nostro garage il giorno della gara abbiamo accettato, insieme al Presidente della FIA e agli amministratori delegati di Liberty Media e Formula 1. Siamo stati onorati che la McLaren Racing sia stata scelta per rappresentare la F1: Questo ci ha dato l’opportunità di mostrare l’ingegneria di livello mondiale che portiamo negli sport motoristici”. Il riferimento a F1 e FIA ​​è tutt’altro che casuale, visto che Greg Maffei, Stefano Domenicali e Mohammed Ben Sulayem hanno accolto Trump nel box della McLaren.

Inevitabilmente anche i piloti sono rimasti toccati dalla presenza di Trump nello stabilimento di Miami. Max Verstappencome sempre, è stato piuttosto diretto nell’esprimere il suo pensiero in merito: “Trump ai box? È bello che tutti lo guardino – ha detto al giornalista Canale+ che lo stava intervistando mentre si dirigeva verso la griglia di partenza – Così almeno non mi danno fastidio“. Decisamente più conciliante il vincitore della gara, Lando Norrische dichiarava di avere ricevuto complimenti da Trump: “È stato un onore – ha dichiarato l’inglese, come riportato dal sito Automotori e sportche una persona come lui ha tolto tempo ai suoi impegni e ti dimostra rispetto per quello che hai fatto. Mi ha detto che era il mio portafortuna. Non so se verrà più alle gare. È stato un momento fantastico”..

 
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