I figli di Ivan Graziani vanno in tournée per suonare la musica del padre – .

I figli di Ivan Graziani vanno in tournée per suonare la musica del padre – .
I figli di Ivan Graziani vanno in tournée per suonare la musica del padre – .

Suo padre è un leggendario cantautore. Lo ha perso a soli 15 anni e ora porta in giro le sue canzoni e qualche inedito. Qui parla di come assomiglia al suo famoso genitore. E di una piccola peste che gli rovina gli attrezzi

Filippo Graziani cerca di tenere sotto controllo Ludovico, 14 mesi, molto scatenato: «Invece di dormire, cerca di “rifinire” la chitarra che ha già rotto con i piedi». Figlio di Ivan, il cantautore e chitarrista morto nel 1997 a soli 51 anni e che tutti ricordano per brani come Pigro, uomo Lisa, Agnese dolce Agnese, Firenze (canzone triste)/Angelina, Lugano addioè in viaggio con il tour estivo Filippo Graziani canta Ivan – Per gli amici Tourin cui propone brani storici e inediti del padre: «Abbiamo voluto pubblicarli perché erano già in una fase molto avanzata di produzione». Voce e chitarra, Filippo, che ha compiuto 43 anni il 26 giugno, è accompagnato sul palco dalla sua band, composta, tra gli altri, dal fratello maggiore Tommy alla batteria. Ultima data del tour a Rimini il 24 agosto. «Il titolo, Per amicinasce dal fatto che per lui l’amicizia era molto importante. Lo stesso per me. Giocare con qualcuno è un po’ come litigare quando sei piccolo: ti apri, tiri fuori i tuoi veri colori, ti riconosci».

Porterà suo figlio con sé? “No. Farà esattamente quello che ho fatto io quando papà era in tournée: venivo “prestato” ai parenti.”

Ivan le ha insegnato a suonare? “NO. Ho iniziato quando papà non c’era più. Ho imparato da solo, mi sono aggrappato come una sanguisuga a quelli buoni, a quelli come me o agli ex amici di papà che erano ancora in giro per casa.

È buffo che non ci abbia provato prima. «Da ragazzino ho fatto tutto quello che ha fatto Tommy, che ha sette anni più di me. Suonava la batteria e ho iniziato anch’io. Poi, durante l’adolescenza, ho lasciato un po’ da parte la musica. E quando lei è rientrata prepotentemente nella mia vita ho pensato che avere due batteristi in famiglia non fosse una grande idea.”

Suo padre morì quando lei aveva 15 anni. Ti manca il fatto di non aver avuto il tempo di vivere una relazione da pari, da amici? “Ovviamente. E ci penso ancora di più da quando sono diventato padre anch’io”.

In passato ha aperto alcuni concerti per Renato Zero che era amico di Ivan. Sembrano due persone molto diverse, cosa avevano in comune? “Non lo so esattamente. Quello che ricordo è che ridevano molto quando erano insieme.

Tuo padre ha partecipato due volte al Festival di Sanremo: la prima volta nel 1985, quando avevi solo 3 anni, e poi nel 1994. Che ricordi hai della seconda edizione? “L’ho guardato in TV con mia nonna. Ho resistito a malapena perché era tardi e avevo sonno. Mi ha detto che aveva rubato la camicia di flanella a quadri che indossava a sua madre.”

Sul serio? «Non gli importava dell’estetica. Pippo Baudo gli sferrò una frecciatina proprio per il livello di eleganza che aveva dimostrato sul palco.»

Lei invece ha partecipato solo una volta, dieci anni fa nella categoria Nuove Proposte, ma non è arrivata in finale. «È stata un’edizione sotto tono, nessuno ha fatto grandi imprese. E poi mi sono esibito a mezzanotte e mezza. Altre persone mi hanno visto la mattina dopo mentre andavo a fare shopping.

Riesci a immaginare Ivan come giudice in un talent show? “Ma per favore! Non gli piaceva andare in TV. Gli piaceva comporre, registrare i suoi album e suonare dal vivo ogni volta che era possibile.”

Ti sei mai chiesto se volevi davvero che i brani inediti che esegui in tour raggiungessero il pubblico? «Papà ha registrato su cassetta le audizioni: voce e chitarra. Ne ho dozzine e rimarranno dove sono. Le canzoni dell’album Ivan Graziani – Per gli amiciinvece erano canzoni praticamente finite che non avevano trovato posto nei suoi album. Forse perché, ad esempio, tre ballate in un album sono troppe».

C’è una canzone che vi piacerebbe suonare insieme? «Il repertorio dei Beatles, degli Stones, di Crosby, Stills & Nash… I grandi classici che amava. Tra le sue canzoni, Mona Lisa».

Perché suo padre si divertiva a diffondere leggende, dettagli completamente inventati sulla sua vita? «Faceva parte di uno spirito gioviale che aveva fin da ragazzo. Vidi un’intervista in TV in cui diceva che una certa canzone era nata durante un viaggio in Irlanda. Dissi a mia madre: “Ma quando ci è andato?”. E lei: “Non ce n’è mai stata una in vita sua”.

Chi era suo padre fuori dal palco? “Era un uomo di famiglia. E ora che sono padre, capisco anche io che torni a casa alle 4 del mattino per stare con noi. Faccio certe fughe in stile inglese, furtivamente, solo per tornare in macchina… Come Batman che parla con l’ispettore Gordon e dopo un momento, puff, sparisce.”

Enrica Brocardo

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