Milano, 26 aprile. (Adnkronos Salute) – Meno di un paziente su 10 ne aveva bisogno, ma sono stati somministrati a 3 su 4. Un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità denuncia “abuso diffuso di antibiotici” durante la pandemia di Covid, tra i pazienti ricoverati in ospedale a causa di Infezione da virus Sars-CoV-2. Una condotta che “potrebbe aver esacerbato il dilagare silenzioso della resistenza antimicrobica”. Peggiorando così l’emergere di superbatteri resistenti ai farmaci. Il rapporto dell’Oms – presentato in occasione del congresso della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive (Escmid) che avrà inizio domani in Spagna, a Barcellona – si basa su dati relativi a circa 450mila pazienti ricoverati per Covid in 65 Paesi del mondo. mondo, in un periodo di 3 anni tra gennaio 2020 e marzo 2023. Emerge che, “mentre solo l’8% dei pazienti ricoverati per Covid-19 presentava coinfezioni batteriche da trattare con antibiotici”, questi farmaci “sono stati somministrati a circa Il 75% dei pazienti ricoverati ‘per ogni evenienza’”. In altre parole, nel dubbio abbiamo preferito utilizzarli. Non solo: sono stati prescritti soprattutto antibiotici classificati dall’Oms come ‘Watch’, con un rischio maggiore di indurre resistenza. “L’uso di antibiotici variava dal 33% nella regione del Pacifico occidentale all’83% nelle regioni del Mediterraneo orientale e dell’Africa. Tra il 2020 e il 2022 le prescrizioni sono progressivamente diminuite in Europa e nelle Americhe, mentre sono aumentate in Africa», precisa l’Oms. “Il tasso più alto di utilizzo di antibiotici è stato osservato tra i pazienti con Covid-19 grave o critico, con una media globale dell’81%. Nei casi lievi o moderati, è stata osservata una notevole variazione tra le regioni, con l’utilizzo più elevato” registrato “nella regione africana (79%)”. L’aver usato antibiotici ‘perché non si sa mai’, sottolinea l’Oms, “nel complesso non ha migliorato i risultati clinici” dei ricoverati con Covid. Infatti, se “quando un paziente ha davvero bisogno di antibiotici i benefici” del loro utilizzo “spesso superano i rischi legati agli effetti collaterali o alla resistenza antimicrobica, quando non sono necessari – avverte Silvia Bertagnolio, responsabile dell’unità sorveglianza, test e laboratorio dell’Oms rafforzamento, divisione resistenza antimicrobica: questi farmaci non offrono alcun beneficio e comportano rischi”. In particolare, “il loro utilizzo contribuisce all’emergere e alla diffusione della resistenza antimicrobica”. Ecco perché i dati del rapporto evidenziano la necessità di “miglioramenti nell’uso razionale degli antibiotici – auspica l’esperto italiano – per ridurre al minimo le conseguenze negative inutili per i pazienti e le popolazioni”. “Questi risultati evidenziano l’importante necessità di finanziare adeguatamente gli sforzi per migliorare la prescrizione di antibiotici a livello globale – commenta Yukiko Nakatani, vicedirettore generale dell’OMS per la resistenza antimicrobica – e discuterne è particolarmente rilevante in vista del prossimo incontro ad alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sul tema resistenza antimicrobica prevista per settembre”.
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