La lunga mano del Coronavirus. Multa annullata per ‘no vax’: “Il requisito dell’età è irragionevole”

La lunga mano del Coronavirus. Multa annullata per ‘no vax’: “Il requisito dell’età è irragionevole”
La lunga mano del Coronavirus. Multa annullata per ‘no vax’: “Il requisito dell’età è irragionevole”

Se non è una delle prime sentenze in materia in Italia, ci siamo vicini. Parliamo di Covid, di obblighi vaccinali e relative sanzioni, una delle quali ora è stata cancellata dal TAR e destinata a diventare giurisprudenza. Si tratta della legge 1100/2024 dove si sottolineano “violazioni di legge” e soprattutto “l’irragionevolezza del trattamento obbligatorio per gli over 50 basato solo sull’età”, ovvero una “condizione personale di cui all’art. 3 Cost., senza alcuna altra specifica motivazione logica, scientifica o prudenziale, che possa giustificare l’obbligo vaccinale per tale indistinta categoria di soggetti e la relativa sanzione irrogata a seguito dell’inosservanza di tale obbligo”.

Per comprendere la decisione del tribunale amministrativo bisogna tornare al 5 gennaio 2022 quando il Consiglio dei ministri – governo Draghi in carica -, come ulteriore misura contro l’aumento dei contagi Covid e l’arrivo della variante Omicron, aveva stabilito che dal 1° febbraio “i cittadini over 50 che non sono vaccinati o non hanno completato il ciclo riceveranno una multa una tantum di 100 euro”. La norma è stata poi sospesa dall’attuale governo con proroga fino al 30 giugno 2024. Quindi, fino a quella data, erano sospese tutte le possibili sanzioni da 100 euro per i ‘no vaxers’. Nonostante ciò, però, una donna nata nel 1966, bolognese, ha comunque dovuto affrontare l’amara sorpresa «poiché il 15 giugno 2022 non aveva iniziato il ciclo di vaccinazione primaria». Dall’Agenzia delle Entrate è arrivata una richiesta di pagamento, subito impugnata dall’avvocato Sebastiano Scardovi.

“Innanzitutto – spiega l’avvocato – abbiamo ritenuto irragionevole ‘tagliare’ a metà la popolazione, prima e dopo i 50 anni. Poi ci siamo chiesti quale fosse la competenza funzionale dell’Agenzia delle Entrate. Infine, il trattamento dei dati sensibili aziendali del mio cliente: perché il Ministero della Salute li ha trasmessi ad altro ente senza consenso?”. Domande che la prima sezione del TAR ha accolto. E nelle motivazioni, tra le “varie violazioni di legge”, si punta sul concetto di obbligo nei confronti di “una categoria indistinta di soggetti basata solo sull’età”. Senza una «motivazione specifica e individuale dietro l’obbligo prescritto, laddove questo vaccino è intervenuto a prevenire la malattia ma non è servito a prevenire il contagio». Viene poi messo in discussione il principio generale secondo il quale ‘è necessario evitare discriminazioni dirette o indirette nei confronti delle persone non vaccinate, ad esempio per ragioni mediche, (..) o perché non hanno ancora avuto la possibilità di vaccinarsi o hanno scelto non essere'”. Insomma, conclude il Tar, “il trattamento obbligatorio per gli over 50 è irragionevole”, senza “altra specifica motivazione logica, scientifica o prudenziale”.

 
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