Per grazia ricevuta: Immacolata – .

Nella storia del cinema sono diverse le categorie professionali che vengono sistematicamente maltrattate e travisate: medici, psicologi, musicisti… e suore. Pensateci: quando è stata l’ultima volta che avete visto al cinema una suora sincera, rassicurante, amichevole, felice della sua scelta e della sua vita? Le suore con cui padre Amorth gioca a fare il cuculo non valgono la pena. Le altre sono sempre o delle stronze spudoratamente sadiche, oppure vivono la loro fede in modo non ortodosso, oppure muoiono male. Va bene, ti sento ridere, lo ammetto: Cicciolina esperta di suore? Ma lei va! Certo, ho frequentato l’asilo dalle Suore di San Giuseppe, ma una volta finito, non ho mai più parlato con una suora in vita mia, quindi cosa ne so? In effetti, non molto; ma beh, sarei sorpreso di sapere che la realtà è proprio quella rappresentata nei recenti film anticlericali. Che si basano senza eccezione su una serie di tropi narrativi ben collaudati e presenti anche qui.

Come Consacrazione ma migliore

Il giovane e puro protagonista arriva in un convento maledetto in Italia (i conventi maledetti nel cinema sono sempre in Europa – forse perché in America di psicopatologia pseudoreligiosa ce n’è già abbastanza nella vita reale) dopo essere sopravvissuto a un trauma; Lì incontra una suora simpatica, una suora stronza, un losco ragazzo dal passato poco chiaro (la nostra vecchia conoscenza Álvaro Morte!), poi scopre di essere la vittima sacrificale di una stronzata pazzesca e all’improvviso deve salvarsi. Insomma, tutti i luoghi comuni sono al posto giusto, no? Nella migliore delle ipotesi è una storia derivata e varie scene sono addirittura copiate da altri film simili prima di questo, no? Allora dove può essere la sorpresa, visto che è così? Immacolato essere la bomba che in realtà è? Il trucco sta innanzitutto nella sceneggiatura, che ogni tanto perde qualche pezzo ma si fa ampiamente perdonare fantasia e ritmo; e poi, siore e siori, in una produzione de LA MADONNA.

Come Benedetta, non meglio ma con più violenza

Ti ricordi quando l’ho recensito Consacrazione? Nessun diritto? Non so che colpa darti; non era un brutto film, faceva bene il suo lavoro ma rimase senza benzina troppo presto. Ecco, Immacolato sembra che a Consacrazione che mantiene i lati positivi ma se ne frega dei compiti: il regista Michael Mohan alza il volume al massimo, si diverte un sacco, inventa immagini di forte impatto (fenomenali le suore con le maschere scarlatte) , non ha paura del sangue e dell’ultraviolenza; ma soprattutto si guadagna la fiducia totale di una protagonista bella, brava (e tettona, finalmente!) che sa esattamente cosa fare e come – soprattutto SCREAM. Sydney Sweeney è una meraviglia da guardare e da ascoltare, e se c’è giustizia in questo mondo, il ruolo di Suor Cecilia Immacolato lancerà la sua carriera nel ruolo di Thomasin in Il VVitch ha lanciato Anya Taylor-Joy’s. Inoltre, il film riprende un’idea molto coraggiosa che finalmente sta apparendo nel cinema (ad esempio nell’insensato Huesera), ovvero che la maternità non è necessariamente una scelta positiva e che tenere il bambino per una donna incinta non è necessariamente la priorità.

Che burloni!

Sydney Sweeney ha dichiarato che la difficoltà più grande nel girare il film è stata trovare un convento che accettasse la troupe per girare una storia non proprio lusinghiera nei confronti del clero, perché chiaramente le badesse pretendevano di leggere la sceneggiatura e poi diffondere il passaparola; sarebbe malafede non rendersi conto che le suore non hanno tutti i torti. Eppure, perché dare la colpa a queste storie chiaramente inventate dal nulla? Perché non fare più rumore perché, non lo so, Ragazza del Vaticano sul caso Emanuela Orlandi, è successo davvero? Immacolato arriverà in Italia o verrà censurato? Anticlericalismo a parte, questo è un film importante, bello e ben realizzato. Assicurati di non perdertelo se vuoi andare in paradiso.

Citazioni di Radio Maria:

“Suore Rosso Sangue”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com

>> IMDB | trailer

 
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