Perché Fallout è una delle serie più attese dell’anno – .

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La vita di Jonathan Nolan è già abbastanza complicata dal fatto che è nato il fratello minore di Christopher Nolan. Come se ciò non bastasse, Nolan (Jonathan) non fa nulla per rendere la vita più facile. Anzi: sembra lavorare con tutte le sue forze, in ogni momento, in ogni decisione per rendere il tutto ancora più complicato. Ha trascorso la sua giovinezza scrivendo sceneggiature cinematografiche – Ricordo, Il prestigio, Il Cavaliere Oscuro, Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno, Interstellare – che avrebbe fatto fama, soldi e successo del fratello: quasi nessuno ricorda chi ha scritto un film, tutti sanno chi lo ha girato, dopotutto. Raggiunta l’età adulta, Nolan (Jonathan) ha deciso di liberarsi da un fratello ormai diventato un peso e di mettersi finalmente in proprio. Anche in questo caso decide di fare cose talmente complicate da far sospettare tendenze autolesionistiche.

Crea una delle migliori serie degli anni 2000, Persona di interesse, che anticipa tutti i discorsi sul capitalismo della sorveglianza e sull’onnipotenza delle nuove tecnologie che sarebbero iniziati un decennio dopo. Metti questa serie su CBS, una rete televisiva vecchio stile, la cosa più vicina a Rai1 se mai ci fosse qualcosa di simile a Rai1 negli Stati Uniti: Nolan cerca di spiegare il futuro alla piccola borghesia bianca e conservatrice, nessuno capisce cosa sta a proposito, deve accontentarsi di aver realizzato una serie cult e nulla più. Dopo Persona di interesse lui viene Westworld, e questa volta sembra che Nolan abbia imparato la ricetta del successo: la serie è quella giusta, il momento storico anche, il canale scelto (Hbo) anche. Ma anche questa volta ci mette di mezzo quella tendenza alla complicazione: dopo la prima, splendida stagione, Westworld diventa così bizzarro che perfino HBO – nota per le sue politiche liberali, molto liberali – è costretta a intervenire per mettere ordine (del resto, cominciamo solo adesso a comprendere il discorso sull’IA che Nolan aveva già avviato dieci anni fa, prima che Sora, ChatGPT, tutto). La serie viene cancellata, e Nolan assicura comunque che troverà il modo di raccontare il finale che voleva e non quello che voleva la HBO: «Sono un completista. Mi ci sono voluti otto anni e ho dovuto cambiare regista per finire Interstellare. Mi piace finire le cose che inizio”, ha detto in una recente intervista aHollywood Reporter. Da questa risposta capiamo anche qual è e come è il rapporto con Christopher: Interstellare l’ha finito, Jonathan, a costo di coinvolgere l’altro, Christopher.

E finalmente arriviamo a Cadere, la nuova serie TV di Jonathan Nolan, disponibile dall’11 aprile in streaming su Amazon Prime Video. Lo dice chi conosce i fratelli Nolan Cadere è la risposta di Jonathan aOppenheimer di Christopher: il film racconta l’inizio dell’epopea atomica americana, la serie uno dei suoi possibili epiloghi. Certo, Oppenheimer Era True Story mentre Cadere è finzione speculativa. Ma la scommessa di Jonathan Nolan – e forse anche l’ennesima conferma di quelle tendenze autodistruttive – è proprio questa: un futuro post-atomico, una terra desolata in cui l’umanità sopravvive rintanata in immensi bunker sotterranei (i Vault), è Veramente finzione speculativa Oggi? Nolan ha detto che l’idea per la serie gli è venuta in un momento di esaurimento: aveva deciso di restare a casa per un po’ e non fare altro che leggere libri e fumetti, guardare film e serie TV e giocare. videogiochi. Fu così che lo scoprì Fallout 3, il terzo capitolo della saga di videogiochi, il primo prodotto da Bethesda, sequel/reboot di un classico che ha cambiato e elevato il gioco di ruolo (video) americano degli anni Novanta. «Uno dei giochi più influenti di tutti i tempi», ha scritto Russ Pitts su Poligonoin un pezzo che raccontava come Cadere miracolosamente esiste: nessuno all’epoca voleva produrre un gioco così “deprimente”, riassunto nella massima inventata dal creatore Tim Cain “La vita costa poco e la violenza è tutto quello che c’è”.

Giocandolo per la prima volta, Nolan ha capito perché i giocatori hanno continuato a tornare nel mondo di Cadere: «È una partita unica. È politico. Ha un punto di vista assurdo ed è incredibilmente violento”. Nolan ha capito subito l’immenso potenziale narrativo che questo film aveva Cadere conserva ancora dentro di sé. Una mitologia intricata, misteriosa e affascinante come poche altre nella storia dei videogiochi. Un design molto particolare, un tipo unico di retrofuturismo che mescola l’arredamento dell’America di Eisenhower, il deserto del Mad MaxI manifesti di propaganda della Guerra Fredda, la tecnologia del futuro immaginata nelle riviste pulp degli anni ’50 e l’umorismo degli anni d’oro del Rivista pazza. Un tecno-ottimismo surreale che Nolan dice di aver “trasmesso” alla serie con l’aiuto del suo amico Elon Musk. Una storia che può essere qualsiasi storia: Fallout 3 si tratta di un open world, che in questo caso significa un gioco con una trama molto vaga disseminata tra luoghi, eventi e personaggi che il giocatore/protagonista può decidere se visitare, vivere o incontrare. Ridotto all’essenza, quella di Fallout 3 – ma in realtà dell’intera saga videoludica – è la storia americana per eccellenza: quella dell’eroe solitario (in questo caso una ragazzina che abbandona la sicurezza totalitaria del Vault in cui è nata per partire all’avventura in un l’America in frantumi) che si staglia all’orizzonte di un mondo ostile, è l’epopea dell’Occidente attualizzata attraverso un’apocalisse atomica che ha reso desolate terre un tempo inesplorate.

Tutto ciò ha convinto Jonathan Nolan a trasformare il videogioco in una serie TV. Tutto questo ma non solo questo. Oltre ad avere una tendenza alla complicazione, Nolan possiede anche un intuito culturale eccezionale. Ha detto che il successo di L’ultimo di noi – A proposito: Cadere è la prova che i videogiochi saranno davvero i nuovi fumetti di supereroi per Hollywood – gli ha fatto capire che l’umanità in questo momento è attanagliata da un insaziabile e incontrollabile appetito di distruzione. Indipendentemente dalla natura della catastrofe (zombi, atomica, climatica, epidemica, tecnologica) che raccontano, le storie post-apocalittiche sono oggi qualcosa Inoltre che storie semplici. Sono balzi in avanti, verso futuri devastati che qualcuno, da qualche parte, sta decidendo se realizzare o evitare. D’altronde, se la guerra in Europa fosse davvero possibile, quanto potrebbe essere ancora impossibile, e per quanto tempo ancora potrebbe essere l’annientamento dell’intera umanità? Gli indizi sono lì, sparsi intorno a noi come una corrente elettrica invisibile che tuttavia ci fa rizzare i peli sulle braccia. I miliardari (Jeff Bezos e Mark Zuckerberg, solo per citare due miliardari in più rispetto a quasi tutti gli altri) stanno spendendo somme assurde per costruire bunker lussuosissimi sulle loro isole caraibiche personali. A giorni alterni c’è un Medvedev o un Eliyahu che afferma che il ricorso all’“opzione atomica” in Ucraina o nella Striscia di Gaza in questo momento non può essere escluso. Hollywood, che dal 1945 al 2023 aveva prodotto solo tre film sulla bomba atomica, ne avrà già prodotti almeno due entro il 2030. Il successo di Oppenheimer sta già diventando un genere, una moda: senza di essa la Legendary Pictures non avrebbe mai acquisito i diritti per trasporre il saggio Guerra nucleare: uno scenario di Annie Jacobsen e non avrebbe mai deciso di affidare il film nientemeno che a Denis Villeneuve. E, anche se Jonathan Nolan non lo ammetterà mai perché i rapporti tra fratelli sono sempre complicati, senza successo Oppenheimer nemmeno gli Amazon Studios avrebbero mai deciso di produrre Cadere.

Nolan è convinto che la sua nuova serie possa essere portatrice dello spirito del tempo, o nel peggiore dei casi un precursore di quello che già lo è stato. Persona di interesse E Westworld. Ovviamente chi lo ama è preoccupato per Nolan perché teme di vedere in futuro ciò che ha già visto in passato: non stai esagerando?, gli chiedono amici, colleghi e familiari (tranne il fratello, che non può certo permettersi di farlo). dare lezioni a chiunque). Non stai rendendo tutto troppo difficile, troppo complicato?, gli chiedono. Possibile che tu non abbia imparato nessuna lezione dai precedenti?, si chiedono. E Nolan dice di essere d’accordo con loro, che «viviamo in un momento storico in cui le cose vanno così male in tutto il mondo che fare una serie che metta il dito proprio su questa ferita sarebbe una follia». Ed è proprio per questo che ha deciso di farlo Cadere.

 
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